Paolo De Benedetti (1927-2016)
La sua testimonianza a Pagine Ebraiche
È morto a 89 anni il grande teologo e biblista Paolo De Benedetti.
Nato ad Asti nel 1927, De Benedetti è stato docente di Giudaismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano e di Antico Testamento agli Istituti di scienze religiose delle università di Urbino e Trento. Appena due mesi fa, protagonista a Torino Spiritualità insieme a Pagine Ebraiche, aveva affidato alla sua voce una testimonianza letta al Circolo dei lettori, nel corso di un affollato incontro nell’ambito di Torino Spiritualità, dal direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale.
“Anima e corpo. La teologia dell’uomo e la teologia degli animali nella tradizione ebraica” il tema su cui si era soffermato in quella circostanza.
“D. è creatore: Egli – spiegava il grande teologo – fa sorgere dal nulla l’essere di tutto ciò che esiste. L’esserci rappresenta nello stesso tempo l’esistenza di D. e la nostra. L’uomo ha bisogno di D., ma D. ha bisogno dell’uomo. Ecco perché il rapporto reciproco D.-Uomo e viceversa è la base del creato. D., in quanto creatore, ha sentito infatti la necessità di fare in modo che il suo rapporto con il Creato sia condiviso con l’uomo. Per questo motivo il creato rimane l’unico autoritratto di Dio.
Per questo il Creatore, proprio come creatore, è presenza divina e umana nell’uomo e nella vita di tutto ciò che esiste. Ed è con questo atto che D. apre la porta dell’Eternità a tutte le creature. Il loro grazie è contenuto nel “Canto dell’Universo” del Péreq Shira”.
Vastissima la sua produzione editoriale. Tra i molti libri pubblicati La morte di Mosè e altri esempi (Bompiani 1978, Morcelliana 2005); Ciò che tarda avverrà (Qiqajon 1992); Quale Dio? Una domanda dalla storia (Morcelliana 1996); E il loro grido salì a Dio. Commento all’Esodo (Morcelliana 2002); Nonsense e altro (Scheiwiller, 2002); Teologia degli animali (Morcelliana 2007); Il filo d’erba (Morcelliana 2009). Ha realizzato dei cicli monografici per la trasmissione di Radio Tre Uomini e Profeti, curata da Gabriella Carradore.
Tra i vari riconoscimenti ottenuti per i suoi studi, ricordava con orgoglio il Premio OyOyOy! conferitogli nel 2011 dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato, prima di lui assegnato a Emanuele Luzzati, David Grossman, Abraham Yehoshua e Amos Oz.
(11 dicembre 2016)