…preoccupazioni

Ma il “Mein Kampf” è davvero un libro? oppure è un arma carica che non può essere maneggiata senza conoscenza dei suoi meccanismi? un mero strumento di propaganda su come sterminare metà del mondo e lasciar sopravvivere solo la “razza ariana”?
L’insegnante e gli allievi di una delle scuole che hanno scelto il Mein Kampf come libro più “gradito” si difendono in un’intervista al Giornale di ieri, non a caso quello che lo ha distribuito mesi fa a tutti coloro che compravano il giornale, di fronte all’annuncio dell’arrivo degli ispettori. “Altro che ispettori, dicono, dovrebbero darci una medaglia per aver cercato di analizzare gli orrori del nazismo! Mah! spero proprio che gli ispettori non si lasceranno prendere in giro da questa debole scusa. Quel testo è un incitamento al genocidio, un programma di morte. Leggerlo non basta certo a capire il nazismo e i suoi crimini, a meno che gli insegnanti non abbiano avuto la capacità di guidare gli studenti nella storia approfondita di quello che è successo e non solo di quello che Hitler stava progettando: dalle sterilizzazioni forzate già nel 1933, all’antisemitismo e alle leggi di Norimberga, all’operazione T4, alla Shoah infine. Solo in un contesto approfondito di conoscenze si può maneggiare questo “libro”. Un libro, ricordiamolo, sotto il nazismo distribuito in milioni di copie, regalato ad ogni coppia di sposi, ai soldati al fronte. Un’arma carica, lo ribadisco, che non può essere maneggiata senza precauzioni. Auspico che gli ispettori almeno, visto che non lo sono stati i docenti, ne siano consapevoli.

Anna Foa, storica

(12 dicembre 2016)