Giulia Spizzichino (1926-2016)

paolo-brogiMercoledì 26 ottobre Giulia Spizzichino era andata a parlare ai ragazzi della scuola media Di Consiglio, a Casette Rosse, periferia romana sulla Tiburtina. È stata la sua ultima volta di fronte a dei ragazzi ed erano i giorni dell’intolleranza a Goro, contro gli immigrati.
L’ho accompagnata a quell’appuntamento che era stato preso da tempo per incontrare gli alunni di una scuola che porta il nome dei suoi parenti caduti alle Fosse Ardeatine, i sette Di Consiglio del ramo materno. Ventisei le vittime della Shoah nella sua famiglia. Alle pareti dell’aula i ragazzi delle terze avevano appeso i manifesti delle loro ricerche sulla Shoah e sulla storia di Giulia Spizzichino.
Ricordo le domande che le furono fatte su Erich Priebke, che Giulia era andata a stanare dal suo rifugio andino in quel paesino dall’aria alpina San Carlos de Bariloche. L’occasione ha permesso di ripercorrere le tappe accidentate di quella estradizione.
Con l’avvocato Marcello Gentili era andata a Bariloche, dove Priebke si era nascosto. L’Italia ne aveva poi chiesto l’estradizione, la rogatoria del ministro della giustizia il liberale Alfredo Biondi che era peraltro un avvocato, era sta però respinta dall’Argentina di Menem. L’Italia chiedeva di processare Priebke per omicidi. Richiesta respinta. Era stato allora un giornalista americano della Cbs, che aveva materialmente scovato Priebke nel suo rifugio, a suggerire di chiedere l’estradizione per aver leso i diritti umani, un crimine che non è prescrivibile.
Fu avanzata allora una seconda richiesta, ma forse la mossa più importante la fece lei quando si fece intervistare alla tv argentina per raccontare la sua storia. Avrebbero voluta farla comparire in studio con l’accusato, lei non accettò e si fece intervistare in uno studio separato.
Priebke fu allora estradato, poi fu processato e infine scandalosamente assolto. Un fatto gravissimo contrastato da una sommossa quella sera nelle strade intorno al Tribunale di Roma. Fu impostato allora un secondo processo e finalmente Priebke fu condannato.
I ragazzi di Casette Rosse pendevano quel giorno di fine ottobre dalle labbra di questa signora novantenne che ricordava tutto questo. E che poi alla fine li ha lasciati con un messaggio di tolleranza e di solidarietà, invocante in quelle ore di intolleranza contro gli immigrati. Un lungo applauso aveva concluso la mattinata, accompagnata anche da dei dolcetti che erano stati preparati con l’occasione.

Paolo Brogi

(13 dicembre 2016)