…Aleppo

“Ci asciughiamo una lacrima quando vediamo un padre con in braccio il corpo della figlioletta morta, poi taciamo” ha detto al canale 2 della TV israeliana la giornalista arabo-israeliana Lucy Aharish, usando poi, per quello che sta succedendo, il termine “Olocausto”. “Il sangue dei morti di Aleppo è sulle mani di Assad e di Putin”, ha proclamato il presidente Obama, ancora presidente in attesa che gli subentri l’amico di Putin, Trump. Ma se guardate i commenti al discorso di Obama sul sito di Repubblica vi viene voglia di cambiare pianeta.
Mentre siamo al sicuro nelle nostre tiepide case, facciamo almeno che l’olocausto di Aleppo sia nei nostri pensieri, non sia cancellato dal rito consumistico del Natale, dalla ricerca affannosa degli ultimi regali, o dalle tragicomiche vicende di Virginia Raggi e della sua corte. Se nulla di concreto siamo in grado di fare se non altro facciamo che tutti siano consapevoli della gravità di quello che sta succedendo in Siria. Perché Aleppo non è solo la nostra Sebrenica, è la nostra Auschwitz. E l’indifferenza del mondo è la stessa che ha consentito ad Hitler di realizzare la Shoah.

Anna Foa, storica

(19 dicebre 2016)