Oltremare – Per Aleppo
Nell’elenco delle cose totalmente inutili da fare almeno una volta nella vita, non avevo fino a ieri iscritto il partecipare ad una catena umana nel gelo relativo della serata più fredda e secca che Tel Aviv abbia avuto negli ultimi anni. Ma per fortuna ho avuto modo di colmare anche questa imperdonabile lacuna. Debbo ringraziare, si fa per dire, la tardiva e appunto inutile mobilitazione delle coscienze di noi borghesi o imborghesiti cittadini del mondo occidentale davanti al massacro senza pietà che sta ormai finendo ad Aleppo.
Israele si posiziona in Medio Oriente o in Occidente a seconda del tema, dello sport, e della stagione. In questo caso specifico, siamo mediorientali e vicini di casa (poche ore di macchina, davvero) dei civili siriani che vengono bombardati e ammazzati dai cecchini, per motivi strettamente geografici; e siamo occidentali, in quanto stato democratico figlio o almeno figlioccio indisciplinato delle democrazie europee. E quindi, non avendo una Tour Eiffel da spegnere – vi ci voglio vedere a spegnere che so, il Muro Occidentale, evitando scene di panico da fine del mondo e voci di un Messia in arrivo in serata – abbiamo invece collegato a lunghezza di braccia le ambasciate americana e russa vicino alla nostra bella passeggiata sul mare. Tirava un ventaccio siberiano e il palazzo dell’ambasciata russa, in puro stile sovietico, tutte le finestre lato strada spente, pareva fosse stato teletrasportato da un tempo parallelo in cui la cortina di ferro è intatta e pulsante. Compresi un numero imprecisato di signori integralmente nerovestiti dall’aria molto poco amichevole, posizionati a braccia conserte lungo il breve marciapiede.
Risultato della manifestazione, in tutto qualche centinaio di persone? Assolutamente nessuno, e non è che ci aspettassimo un granché. Se anche Bibi si sperticasse oggi in appelli all’ONU o a qualche altra autorità sovranazionale più o meno riconosciuta da questa parte del globo, forse si muoverebbe qualche sopracciglio grigio ma nessuno ci crede che si muoverebbero portaerei. Troppo tardi per Aleppo, e troppo tardi anche per le nostre coscienze, occidentali o meno che siano.
Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter d_fubini
(19 dicembre 2016)