L’Onu e la risoluzione sospesa
Doveva essere votata ieri a New York una risoluzione che condannava gli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Israele aveva protestato, sottolineando che in un momento in cui in Siria ci sono eccidi l’Onu sceglieva ancora una volta di guardare altrove e prendersela con lo Stato ebraico. La risoluzione, presentata dall’Egitto, per il momento però è stata sospesa. Il Cairo ha deciso di ascoltare in parte le richieste di Gerusalemme, accettando di posticipare la presentazione della risoluzione al Consiglio di sicurezza. Anche il futuro presidente degli Stati Uniti Trump era intervenuto sulla questione, chiedendo che venisse posto il veto Usa alla risoluzione Onu che chiedeva “la fine immediata e completa di tutti gli insediamenti nei Territori palestinesi, inclusa Gerusalemme Est” (Avvenire).
Roma e le storie della Shoah. Sul Corriere Sette Andrea Riccardi scrive della mostra in corso nella Capitale alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione del Museo della Shoah di Roma, sulla razzia degli ebrei del 16 ottobre 1943. “Uno degli aspetti più toccanti sono le immagini dei persecutori e delle vittime. Abbiamo letto tante ricostruzioni, ma forse non abbiamo mai visto i volti. Ci sono tante foto di ebrei poi deportati: bambini, feste di famiglia, adulti e anziani. – racconta Riccardi, parlando dell’esposizione curata da Marcello Pezzetti – Ricordano una vita indifesa, tra tante difficoltà (come le leggi razziste del1938), ma serena e inconsapevole del prossimo annientamento. Ci sono i resti di tante esistenze, conservati gelosamente in archivi familiari degli scomparsi”.
La Memoria e lo sport. Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica racconta la storia del nuotatore francese Alfred Nakache, sopravvissuto ad Auschwitz. Nakache fu un campione in vasca prima della Shoah ma il nazifascismo ne distruggerà la vita (nei campi di concentramento perderà la moglie). Nonostante tutto, riuscirà a tornare in vasca ad altissimi livelli anche dopo l’immane tragedia.
La Siria di cui non si parla. “Non dimenticate i curdi”, è l’appello lanciato da Michele Rech, in arte Zerocalcare, su quanto sta accadendo in Siria. Autore del fumetto Kobane calling, Zerocalcare, oggi intervistato da Repubblica, torna a raccontare della realtà del Rojava curdo (domani sul quotidiani uscirà una sua storia a fumetti legato al tema): “La cosa fondamentale è una sola – spiega Zerocalcare – il riconoscimento internazionale dell’esperienza dei curdi alla fine della guerra. E quindi che venga riconosciuta l’esistenza dello stato del Rojava e l’idea di federalismo democratico a cui è ispirato quando le grandi potenze andranno a spartirsi la Siria. Più persone sanno che cos’è il Rojava, chi sono i curdi, quale è stato il loro ruolo, meglio è”.
Lettere al veleno. In una piena quanto grottesca distorsione della realtà un lettore scrive a Sergio Romano sul Corriere definendo Israele come motivo per cui “l’Islam è tornato su posizioni oltranziste ed anti Occidente”. La situazione dei palestinesi di Gaza sarebbe per il lettore la causa di tutto. “Credo che lei descriva un quadro eccessivamente semplificato e in buona parte superato dagli avvenimenti. – la risposta di Romano – Il nazionalismo anti-israeliano fu molto diffuso nei Paesi arabi sino a quando credettero che fosse possibile espellere il ‘corpo estraneo’ dalla regione ed era ancora vivo nei rifugiati palestinesi il ricordo di una patria perduta. Il problema esiste ancora, ma alcuni fattori hanno contribuito a diminuirne l’importanza: il passaggio del tempo anzitutto, ma anche l’ambiguità di alcuni Stati arabi, poco interessati ad alterare gli equilibri medio-orientali, e le battagliere campagne filo-israeliane di coloro che difendono lo Stato ebraico su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked