Luce a Berlino
Nel Cielo sopra Berlino (1987) un angelo guarda la città dal campanile diroccato della Gedächtniskirche, “la chiesa della memoria” perché distrutta nei bombardamenti aerei del 1943. Sotto, la piazza è dedicata a Rudolf Breitscheid, un esponente socialdemocratico arrestato dalla Gestapo e deportato nel campo di Buchenwald, dove ha trovato la morte. Chi conosce Berlino ha presente l’immagine di una città mutaforma, in continua trasformazione, che non ha smesso di fare i conti con la propria storia e la propria memoria, a volte cancellata – si pensi che sono quasi assenti i simboli del passato nazionalsocialista – e a volte musealizzata. Berlino non è Roma o Napoli, il passato non convive e dialoga con il futuro, in un continuo, eterno presente, si sente un certo imbarazzo nei confronti della storia moderna, si cerca anzi di rievocare o ricostruire ex novo periodi più “fastosi”, come il medioevo, o comunque tutto ciò che è anteriore al 1933. L’attentato del 19 Dicembre ai mercatini di natale di Breitscheidplatz, non è stato tra i peggiori degli ultimi anni, ma ha colpito una delle città simbolo della tragedia della contemporaneità, un luogo che in un solo secolo ha visto l’iperinflazione, l’ascesa di Hitler al potere, la Kristallnacht, la persecuzione di parte della propria popolazione, la distruzione del 50% del centro storico, ed infine la divisione in due blocchi. Impensabile stimare quanti “strati di memoria” può sopportare una città, ma è certo che se Berlino avesse un’anima sarebbe comunque esausta, nonostante la forza e la vitalità che ha finito per mostrare recentemente. L’integralismo islamico colpisce ancora un’Europa da tempo in crisi con se stessa e “alla fine della decadenza”, inserendosi e accentuando un contesto dove riemergono i populismi, la xenofobia, e la paura, e dove la guerra è ancora dietro l’angolo che miete sempre più vittime. Gli eventi, specie quelli negativi, dovrebbero renderci più accorti e coscienti, ex malo bonum dicevano i latini, cerchiamo dunque oggi in particolare di non cadere nuovamente nel sonno della ragione, e di illuminare la nostra mente come le nove braccia della chanukkiah.
Francesco Moises Bassano
(23 dicembre 2016)