Levi papers – Né

belpolitiComincia con la congiunzione né questa aggiunta all’edizione del 1958 di Se questo è un uomo. La strisciolina di carta reca il numero 12 ed è acclusa alla pagina 30 della versione del 1947 nel capitolo “Sul fondo”. “Né” ha una funzione negativa e collega due brani. Nel primo l’autore parla delle scarpe, del modo e della possibilità che si ha nel Lager di cambiarle quando fanno male ai piedi; nel secondo dettaglia l’esito fatale delle scarpe che rovinano i piedi e li gonfiano. “Né” sta per: “e non”. Il testo che ha aggiunto mediante questa striscia è uno di quelli che colpiscono i lettori per la frase che contiene: “La morte comincia dalle scarpe”. Secca. Cui segue un’esplicativa introdotta dai due punti (i due punti sono una delle caratteristiche significative dell’interpunzione di Levi, il suo respiro riflessivo). Lo scrittore spiega perché e come la morte s’introduca attraverso i piedi. Descrizione essenziale e insieme analitica. levi-scarpeSe non si può camminare bene, non si può scappare quando ti inseguono, scrive; l’ultima destinazione per il deportato sarà allora l’infermeria, quindi la selezione. Nella versione del 1947 del libro le scarpe sono nominate una trentina di volte; in quella del 1958 trentaquattro. Questo ne è il punto culminante. L’aggiunta quasi non si coglie nel tessuto del capitolo, perché Levi l’ha inserita perfettamente attraverso quella congiunzione, che ha anche un valore tonale (l’accento della e dà forza alla frase nel suo inizio). Le scarpe sono una vera ossessione per i deportati. Camminare male non permette di sopravvivere: i piedi s’infiammano e poi s’infettano. Anche ne La tregua ritroveremo le scarpe, nei primi capitoli, quando Levi uscendo dal Campo Grande si unirà al Greco. Proprio questo “maestro” di sopravvivenza gli impartirà una lezione fondamentale: “Chi non ha scarpe è uno sciocco”. Una sottolineatura che il giovane chimico non dimentica memore della precedente esperienza.

Marco Belpoliti, scrittore

(25 dicembre 2016)