Periscopio – 2334

lucreziA Natale, com’è noto, si fanno regali, specialmente per i bambini, e così anche il CZS (Club delle Zie Sfaccendate) non ha voluto mancare di lasciare sotto l’albero al suo nipotino prediletto un bel pacchetto regalo, avvolto in una lucida carta colorata, legata da un allegro fiocco sgargiante. Il pacchetto porta un’etichetta, con scritto un numero, 2334 (da consegnare al negozio, probabilmente, nel caso si voglia cambiare l’articolo), e dentro la scatola c’è una piccola frasetta carina, come quelle che corredano i Baci Perugina, piena di utili consigli e ammonimenti per la vita.
Il regalo non è particolarmente originale, perché il nipotino di doni simili ne ha già avuti una carretta, e immaginiamo con che faccia avrà ringraziato, cercando di dissimulare la delusione e la noia: “grazie, zie, com’è carino”. Non è il caso, certamente, di infierire sulla demenza senile di anziane signore (il CZS, in fin dei conti, esiste da 71 anni, molte socie sono sempre le stesse, e il tempo è inesorabile): anche se fanno sempre gli stessi regali, come si dice, è il pensiero quello che conta. E il pensiero, senza ombra di dubbio, c’è. Caspita, se c’è. Un pensiero – quello per il nipotino – talmente forte, talmente onnipresente e martellante, da avere tutte le caratteristiche dell’autentica ossessione.
Ma che avrà mai, questo benedetto nipotino, da meritare un amore così invasivo, così totalizzante, così morboso? Cosa avrà mai fatto per essere letteralmente sepolto sotto questa cascata di regali, tutti così ineluttabilmente uguali? È l’Alzheimer, non c’è dubbio, una malattia che non perdona. Particolarmente crudele, in questo caso, perché l’amore ossessivo per il prediletto corrisponde a una triste dimenticanza per tutti gli altri nipoti (ce ne sono molti), dei quali le zie paiono ormai essersi completamente dimenticate, tanto da non fare mai loro neanche uno straccio di regalo. Questi nipoti trascurati devono averne sofferto molto, ma ormai si saranno rassegnati, le zie a loro non vogliono bene, pensano solo a quello là, meglio farsene una ragione.
A guardarle più da vicino, però, queste zie non sono poi tutte uguali. E, se è vero che dicono tutte di amare il nipotino, sembra che non lo facciano con la stessa intensità, e per le stesse ragioni. Le socie del club, infatti, sono divise in due categorie: le Zelanti e le Gregarie. E poi, dimenticavo, ce n’è un’altra, forse la più importante – dicono che sia molto ricca -, un po’ eccentrica e superba, che vorrebbe comandare lei, ma le altre non glielo lasciano fare, lei si arrabbia e se ne sta per i fatti suoi.
Le Zelanti sono quelle che hanno veramente a cuore le sorti del nipotino, al quale riservano continuamente ogni sorta di attenzioni: sono loro le vere promotrici dei regali, e sono giustamente orgogliose dell’idea, che è loro. Le Gregarie, è vero, mettono la loro quota di soldi, ma non sono loro a prendere l’iniziativa. Le Zelanti si ritengono superiori, ed è assolutamente vero, non c’è alcun dubbio. Non hanno mai esitazioni, non si stancano mai, sono passionali e determinate, lavorano sempre, giorno e notte, per il nipotino, e solo per lui. Come dice la parola, sono, appunto, Zelanti.
Le Gregarie, invece, sono pigre, annoiate, svogliate, scettiche, non credono in nulla, e, in fin dei conti, neanche del nipotino gliene importa granché. Quando, periodicamente, le Zelanti vengono da loro a chiedere la firma (e i soldi) per l’ennesimo regalo, qualcuna di loro, sbadigliando, dice, uffa, ancora? Ma poi quella accanto le sussurra in un orecchio: “ma dai, firma, che ce ne frega, non creiamo grane nel club”. E così firmano tutte.
L’Eccentrica, invece, fino a questo Natale, diceva sempre, con voce stridula: “No, io no!”. E pare che, senza la sua firma, i regali valgano di meno.
Ma questo Natale è accaduta una cosa nuova. L’Eccentrica, infatti, come ogni ricca Signora, ha un Amministratore, in scadenza, che le ha fatto un discorsetto di questo tipo: “Gentile Signora, Lei si distingue sempre dalle sue consocie, e questo, al giorno d’oggi, non va più bene. Se tutte le zie fanno il regalo, ci sarà pure qualche ragione, basta dire sempre di No. Se proprio non se la sente di firmare sul bigliettino, faccia almeno sapere di non avere niente in contrario. Io, come Suo amministratore di fiducia, Le consiglio di fare così. Basta divisioni, nel club, d’ora innanzi, ci dovrà essere armonia”.
Il discorso deve essere stato molto persuasivo, perché ha funzionato. Il CZS è ora, per la prima volta, unito e concorde, così come vuole lo spirito natalizio. E, se, come si dice, il club è specchio del mondo, non c’è che da esserne lieti. Pace e concordia sulla terra, fratellanza, unità di spirito e di intenti tra tutti gli uomini di buona volontà. Il Messia, certamente, sta per arrivare, o per tornare. Auguri.

Francesco Lucrezi, storico

(28 dicembre 2016)