confini…

Tocca comprare un metro. Data l’aria che tira tra Onu, Kerry e proposte di pace che passino entro le misure dei confini pre1967 tocca proprio comprare un metro. Dobbiamo capire se c’è una parte di casa mia che sta oltre confine sporgendosi troppo verso qualche villaggio arabo intorno Gerusalemme e che quindi è ostacolo alla serenità della città, di Israele, del mondo arabo e del mondo intero. Perché metti che la mia cucina è fuori confine, devo dire a mia moglie che è chef ed insegna a cucinare, che lei per molte ore al giorno è una nemica della pace. Metti che invece il mio studio sia fuori confine, allora anche queste righe che sto scrivendo sono il prodotto di una occupazione illegale. Metti che ad essere illegale sia la camera da letto? Non solo qualche volta russo, cosa che riguarda solo chi dorme con me (la chef di cui sopra), ma in realtà il mio solo dormire è un sopruso internazionale. E se poi, metro alla mano, scopre che ad essere in posizione illegale è il bagno? A quel punto quando ci entro non è il bagno ad essere occupato ma sono io che occupo con la scusa di liberarmi.
Il punto è che i grandi proclami e le grandi risoluzioni internazionali hanno fallito ovunque e resta solo in piedi l’idea di un metro che passi per queste strade e misuri la nostra complicata realtà per darle un respiro di sicurezza e di pace reale e condiviso.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(30 dicembre 2016)