Meis, le domande che fioriscono
Alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana: le piante aromatiche utilizzate per l’Havdalah, la preghiera che si recita al termine dello Shabbat, ci sono già tutte e saranno presto affiancate da frumento, orzo, olivo, vite, melograno, fico e palma da datteri, le sette specie bibliche. Il luogo in cui tutte queste essenze stanno trovando dimora è il “Giardino delle domande”, nel grande comprensorio del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah tra il cantiere e la palazzina già aperta al pubblico.
“Con questo progetto, unico in Italia – spiega Simonetta Della Seta, direttore del Museo – vogliamo invitare il pubblico ad avvicinarsi alla cultura ebraica anche attraverso i suoi odori e i suoi sapori. Nel Giardino, che sarà inaugurato in primavera, si parlerà delle spezie presenti nella Bibbia e dei sentieri dell’alimentazione ebraica. L’approccio sarà ludico e interattivo, e coinvolgerà i cinque sensi, facendo riflettere sia sulle differenze che sulle molte somiglianze con altre tradizioni. Ci rivolgeremo a tutti, con un’attenzione speciale alle scuole, cui saranno dedicate attività didattiche sul valore del cibo e delle bevande nelle feste e nelle tradizioni familiari legate alla tavola ebraica”.
Il Giardino servirà, poi, a rispondere alle domande e alle curiosità più diffuse sull’alimentazione degli ebrei, come ad esempio quella posta con grande energia da una piccola visitatrice del Meis: “Perché, dannazione, non mangiano il maiale?”.
Le piante disegneranno un percorso con quattro diversi ingressi, ciascuno associato a un tema alimentare differente. Il tragitto dei visitatori sarà condizionato dalle scelte che faranno davanti ad alcune biforcazioni: qui dovranno decidere quale strada imboccare, tenendo a mente i dettami della casherut (la normativa ebraica sul cibo) e, in caso di errore, troveranno la strada bloccata e una spiegazione delle regole corrette.
Il Giardino delle domande, che rappresenta la prima parte del parco del Meis, è a basso impatto ecologico e si estenderà su un’area di trentadue metri quadrati, parzialmente coperta e articolata in zone per la ricreazione, il relax, la lettura e i laboratori. La struttura è stata progettata per poter essere smontata, rivisitata e riutilizzata con facilità anche in altre aree del parco quando, a partire dal 2019, verranno costruite le ultime quattro palazzine del Museo.
Daniela Modenesi
(30 dicembre 2016)