L’Unione in campo con IsraAidAd Amatrice per portare aiuti

Termocoperte, giacche per bambini e per adulti, stufe, scarpe. Sono alcuni dei materiali portati nelle scorse ore da una delegazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di IsraAID, no profit israeliana specializzata nel prestare soccorso nei luoghi colpiti da guerre e calamità naturali, alle popolazioni rimaste vittima del terremoto che la scorsa estate ha scosso il Centro Italia. Un segno tangibile della solidarietà dell’ebraismo italiano e di Israele, avviato sin dalle prime ore e che prosegue a distanza di mesi in luoghi come Amatrice in cui l’emergenza non è ancora finita. “Dopo il nostro primo intervento a settembre non abbiamo mai perso i contatti con le istituzioni locali e con le persone con cui abbiamo collaborato”, racconta a Pagine Ebraiche Ardita Kongjonaj, a capo della missione di IsraAID che ha visto coinvolto un team di esperti soccorritori e psicologi provenienti da Israele. “Siamo contenti di essere riusciti ad incontrare il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi (nell’immagine a sinistra di Kongjonaj) che ci ha ringraziato per il materiale”, ha sottolineato Kongjonaj. E durante l’incontro il sindaco ha avuto modo di parlare telefonicamente con la presidente UCEI Noemi Di Segni, che ha ribadito la solidarietà dell’ebraismo italiano alla città e a tutte le persone colpite dal terremoto. Dopo la raccolta fondi portata avanti dall’Unione, “l’ente proseguirà nel suo impegno di assistenza ai terremotati con iniziative specifiche”, ricorda l’assessore al personale UCEI Franca Formiggini Anav, che aveva visitato in settembre Scai, frazione di Amatrice.
“Abbiamo visto quanto tutti, dalla protezione civile al genio militare, sono alacremente impegnati nella ricostruzione. Amatrice è tutta un cantiere e il sindaco ha sottolineato come ogni gesto di solidarietà sia importante”, spiega Odoardo Sadun, presente in rappresentanza dell’Unione. “Mentre stavamo visitando alcuni dei luoghi colpiti – prosegue Sadun – alcune persone si sono avvicinate perché avevano riconosciuto Ardita, l’hanno salutata e ringraziata per quanto hanno fatto lei e il team di IsraAID”. L’organizzazione israeliana, spiega poi Kongjonaj ha fornito sia personale di soccorso sia psicologi per il trattamento di disturbi post traumatici. “Il lavoro dei nostri psicologi è stato molto apprezzato dai cittadini – sottolinea – Sono arrivati qui da Israele venti esperti e le persone hanno iniziato a rivolgersi a noi per parlare anche più di una volta al giorno. È piaciuto il nostro approccio morbido e sono state create connessioni importanti”.
Il materiale – giacche, stufe, coperte, ombrelli, sciarpe – fornito da IsraAID con il supporto logistico dell’UCEI è stato lasciato all’interno di un container mentre la distribuzione alle famiglie è affidata alla protezione civile. “Era importante mantenere un contatto con questi luoghi e siamo stati accolti con tanto affetto”, afferma Kongjonaj, sottolineando come si sia deciso di dare un contributo per aiutare la popolazione ad affrontare l’inverno. A riguardo, nelle prossime settimane dovrebbero essere pronti i moduli abitativi per ospitare le famiglie.
Daniel Reichel
(4 gennaio 2017)