Profughi, stretta del Viminale Governatori contro nuovi Cie
Il piano di riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione proposto dal ministro degli Interni Marco Minniti è al centro dell’attenzione dei media nazionali. In merito, Repubblica parla di una raffica di no da parte di “governatori e sindaci, associazioni umanitarie e sindacati di polizia, esponenti di vertice della stessa maggioranza di governo”. Un Cie in ogni regione, la proposta di Minniti, per arrivare al raddoppio dei rimpatri di chi non ha diritto a rimanere nel nostro paese. Di posti “disumani e inutili” parla la vicepresidente Dem Sandra Zampa. Il Corriere spiega che il progetto del Viminale segue un doppio binario: da una parte gli accordi internazionali come quello rinnovato con Tunisi in queste ore da Minniti sul rimpatrio degli irregolari, dall’altra l’ampliamento in Italia del sistema di accoglienza onde evitare rivolte come quella a Cona, in Veneto. Su quest’ultimo punto è stata inviata una lettera di richiamo ai prefetti perché vi sia una maggiore redistribuzione dei profughi nei comuni: “Basta enclave etniche con numeri troppo alti di richiedenti asilo”, il messaggio del ministero. Anche alla Farnesina si lavora sul tema migranti, spiega il ministro degli Esteri Angelino Alfano in un’intervista a La Stampa, il cui obiettivo è porre il tema della sicurezza del Mediterraneo e del contrasto al traffico di esseri umani al centro del G7 che si terrà a maggio a Taormina.
Oltre la soluzione dei due Stati. La Stampa anticipa un intervento dello scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua (che sarà pubblicato integralmente domani) rispetto alla questione della soluzione dei due Stati per il conflitto tra israeliani e palestinesi. Yehoshua spiega di essere stato criticato recentemente per aver proposto di “ trasformare Gerusalemme in una specie di laboratorio dove testare la convivenza tra due etnie nell’eventualità che israeliani e palestinesi vengano trascinati, volenti o nolenti, in uno Stato bi-nazionale o federale”. La tesi di Yehoshua è che i vertici di entrambe le parti non sono intenzionate a sedersi al tavolo dei negoziati. Intanto in Cisgiordania due agenti di sicurezza israeliani sono rimasti feriti ieri dopo che due attentatori palestinesi, a bordo di motociclette, hanno cercato di investirli a un posto di blocco.
Roma, la sicurezza antiterrorismo e il modello Israele. Sulle pagine del Corriere Roma il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, Lino Stoppani, chiede maggiori misure di sicurezza per i luoghi di aggregazione come centri commerciali, locali e ristoranti. Secondo il presidente del Fipe non è il personale armato quello che serve ma “vie di fuga e personale addestrato a soccorrere i clienti”. “Dopo gli attacchi in Israele del 2001 in tutte le discoteche venne affisso un messaggio indirizzato ai terroristi: ‘Non fermerete la nostra voglia di ballare’. Ed è quello che dovremmo fare anche qui, abbiamo molto da imparare da ciò che accade all’estero – afferma Stoppani -, dobbiamo affidarci all’intelligence e alla prevenzione delle forze dell’ordine, se non è successo niente finora vuol dire che funziona, ma prendere l’iniziativa noi stessi e rafforzare subito le misure di sicurezza passive”.
Germania, Mein Kampf bestseller ma in edizione critica. “Ha raggiunto il traguardo delle 85 mila copie vendute la nuova edizione del Mein Kampf, il libro scritto da Adolf Hitler tra il 1924 e il 1926 che divenne una sorta di Bibbia del nazionalsocialismo. II dato colpisce – sottolinea il Corriere – perché si tratta di un volume di quasi duemila pagine per via delle ampie e numerose (ben 3.500) note esplicative prodotte dai curatori, gli studiosi dell’Istituto di storia contemporanea di Monaco (Ifz)”.
Di Canio e il benaltrismo sul fascismo. “Mussolini ha combinato tanti guai e lo sappiamo tutti, ma sono noti anche i suoi meriti. Per cui non bisogna vergognarsi di averlo apprezzato e neppure di averlo criticato per le leggi razziali, il feeling con Hitler e la guerra assurda. Quando un uomo prende una posizione scomoda deve essere consapevole di mettersi alla berlina e, se possibile, deve goderne senza tradirsi, senza chiedere scusa, senza auto flagellarsi”. È quanto sostiene Vittorio Feltri su Libero, accarezzando quell’idea tutta italiana che esista un fascismo buono e un fascismo cattivo. Prendendo il caso del calciatore Paolo Di Canio (che ha definito un errore il suo passato fascista), Feltri afferma che “ai fascisti non si perdona nulla, neanche le opinioni. Ai comunisti invece si perdona tutto, specialmente le opinioni”. E prende ad esempio il caso di Fidel Castro che “era un despota, ne ha uccisi più lui della meningite, ha soffocato la libertà, altro che il Duce”.
Il caso Mortara e il film di Spielberg. “Una storia terribile e spietata, ma anche cari- ca di una malinconia straziante e persino di una strana, assurda dolcezza. E un incrocio fatale di destino personale e interessi pubblici, un gomitolo di contraddizioni che non c’è modo di sciogliere”, così Elena Loewenthal descrive su La Stampa il caso di Edgardo Mortara, il piccolo ebreo bolognese rapito a metà Ottocento su ordine di Pio IX e battezzato a forza. Una storia che, come già ricordato dai media, diventerà un film grazie al regista Steven Spielberg: le riprese, sottolinea La Stampa, dovrebbero iniziare a breve a Roma.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked