Allucinazioni

anna segreL’abitudine a sentire i telegiornali con la coda dell’orecchio e sbirciare i titoli con la coda dell’occhio mentre cucino o lavo i piatti a volte gioca brutti scherzi: di tanto in tanto capitano quei momenti in cui mi sembra di aver letto o sentito cose così assurde che mi ritrovo a domandarmi se le ho lette e sentite davvero. È mai possibile, per esempio, che chi riferisce il discorso del papa (che cita Geremia 31, 14, “Una voce si ode da Ramà, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta di essere consolata”) sembri non avere la più pallida idea di chi fosse Rachele? Che non abbia capito che Geremia parla proprio della Rachele moglie di Giacobbe che per di più è anche la vicina di posto di Beatrice nel paradiso dantesco?
Dopo qualche minuto arriva un titolo che suona più o meno “Vittima innocente a Napoli” (o qualcosa del genere), e sento parlare di una bambina ferita da spari che erano in realtà indirizzati a tre ambulanti extracomunitari che si erano rifiutati di pagare il pizzo. A quanto pare loro non si possono definire innocenti: se l’erano cercata. Per curiosità il giorno dopo provo a guardare come la notizia è riportata sui siti di alcuni quotidiani; trovo su Libero questa chicca: “Immigrati, è Far West a Napoli. Spari in centro, ferita una bambina”. Altri giornali, però, sono più equilibrati. È comunque evidente, anche dal modo in cui la notizia è commentata, che per il telegiornale è “innocente” solo chi passa di lì per caso, non le vittime designate. Infatti non mi pare proprio che l’aggettivo “innocente” sia stato usato poco dopo nel servizio che rievocava la strage a Charlie Hebdo, e neppure per le vittime all’Hyper Cacher.
Devo fare più attenzione a non confondere queste allucinazioni visive e uditive con la realtà. Altrimenti dovrei credere che veramente nell’Italia del 2017 c’è chi propone di istituire tribunali del popolo per giudicare i giornalisti sgraditi.

Anna Segre

(6 gennaio 2017)