…pietre

Fra le pietre d’inciampo che saranno collocate il prossimo 11 gennaio, ce ne sono ben due che riguardano la famiglia Segre. La prima è quella che sarà collocata in via di Porta Pinciana 6, dove il 16 ottobre abitavano Ida Luzzati ed Elena Segre, sua figlia. Ida aveva 62 anni e morirà all’arrivo, se non addirittura nel convoglio diretto ad Auschwitz. Di sua figlia Elena Segre, che aveva allora 33 anni, si ignora la data della morte ad Auschwitz. La richiesta per collocare le pietre d’inciampo è stata fatta da Enrico Volterra e dai suoi famigliari, che non erano parenti delle due donne ma che abitavano all’epoca nella casa (che era quasi per intero proprietà della loro famiglia) e che furono avvisati dal portiere, fidato antifascista, e nascosti durante la razzia. Ida ed Elena avevano consegnato le chiavi al portiere il giorno prima, dicendogli che lasciavano la casa, di proprietà di una famiglia trasferitasi al Nord. In realtà tornarono, senza avvisare nessuno, e la mattina seguente il portiere aprì la casa ai nazisti, credendo che fosse vuota. Ma non lo era.
Lo stesso 11 gennaio tre pietre d’inciampo verranno collocate davanti all’Istituto Svedese di Studi Classici, in via Omero. In quell’Istituto avevano trovato rifugio il figlio di Ida Luzzati, Mario Segre, sua moglie Noemi Cingoli e il suo bambino di un anno, Marco. Mario Segre, grande epigrafista e in predicato di premio Nobel, fu nel maggio 1944 arrestato con i famigliari fuori dall’Istituto. La madre Ida e la sorella Elena erano venute a Roma da Cuneo, dove abitavano, per essere sotto la protezione sua e dell’Istituto svedese, che godeva di uno statuto di semi extra territorialità. È possibile che prima di essere arrestate il 16 ottobre fossero state alloggiate dall’Istituto stesso nell’appartamento di via di Porta Pinciana 6. Quanto a Mario Segre, inutili furono i tentativi fatti per liberarlo, fra cui quello della Segreteria di Stato del Vaticano attraverso Montini. Furono tutti e tre gassati all’arrivo. Della famiglia restava solo il fratello di Mario ed Elena, Umberto Segre, anche lui un grande studioso, che aveva potuto riparare in Svizzera. Una storia intrigante e tragica, che merita di essere ricostruita più dettagliatamente, anche in base alle numerose carte di famiglia tuttora esistenti.

Anna Foa, storico

(9 gennaio 2017)