Setirot – Futuro
Leggo su Moked i resoconti dei lavori del Consiglio UCEI di pochi giorni fa.
“Ad aprire la sessione un inquadramento generale del professor Sergio Della Pergola, tra i massimi esperti di demografia al mondo, che ha permesso di cogliere differenze e analogie tra le varie Comunità anche in relazione ai fenomeni avvenuti a livello macro in questi ultimi decenni. Fenomeni che hanno cambiato, tra le altre, la realtà di Israele ma soprattutto il volto della Diaspora: i tassi di natalità e il tema dei matrimoni misti, ha spiegato Della Pergola, sono soltanto alcune delle questioni che stanno modificando il mondo ebraico (…) Le principali difficoltà sono state analizzate anche dal professor Gabriel Levi, che ha comparato la realtà numerica dell’ebraismo italiano di pochi decenni fa con quella odierna. Un drastico calo, molti problemi aperti. Una via d’uscita però ci sarebbe: è nella Torah, dice il professore. Ma in una Torah condivisa, non per ‘pochi ma buoni'”. Insomma nella capacità di non escludere chi si ritiene diverso da noi, di non perdere nessuno per strada.
Non ho potuto che interrogarmi anch’io, per l’ennesima volta, sulla questione cruciale della presenza e dell’identità ebraica nel nostro paese. Il problema è che se questa tematica si affronta solamente (lo si fa ormai de decenni) a livello di alti simposi istituzionali o nei corridoi delle nostre piccole e grandi comunità, non ne usciremo davvero mai. E così – di nuovo – siamo qui a invocare che di tutto ciò si parli e ci si confronti apertamente. A mio modesto modo di vedere, i temi della questione sono presto detti: valorizzare il sapere, salvaguardare le famiglie, accogliere i nuovi venuti. Ne va del nostro futuro di ebrei, e soprattutto di quello dei nostri figli e nipoti.
Stefano Jesurum, giornalista
(19 gennaio 2017)