…populismo
Fra tutti i termini che si stanno sdoganando, che diventano di nuovo utilizzabili e “rispettabili”, c’è populismo. È un termine che per molto tempo, dopo la guerra e dopo Hitler, era stato cancellato dal vocabolario: implicava un rapporto diretto tra il popolo e il potere, masse fanatizzate pronte a bruciare i libri, e i nemici. Ci ricordava le adunate di Mussolini e quelle, ancor più terribili, di Hitler. Le Guardie Rosse e Pol Pot. Comportava il rifiuto di ogni mediazione politica.
Ora è tornato alla grande. Il potere è tornato nelle mani del popolo, minaccia il presidente degli Stati Uniti. È l’era dei populismi, concorda la destra europea antieuropeista e nazionalista alla Le Pen. Eppure dovremmo ricordarci che è proprio in quel legame diretto tra un potere, dittatoriale o meno che sia, e il “popolo”, inteso come massa, che sono nati i totalitarismi del Novecento.
Possiamo concordare sul fatto che le classi politiche sono deboli, corrotte, incapaci, ma questo non giustifica il populismo dei nostri aspiranti dittatori. Le voci che si levano dal social network sono come lo sferruzzare delle “tricoteuses” sotto la ghigliottina durante il Terrore. Non sapete cosa fossero? Studiatelo, lo trovate anche in Wikipedia. Anche l’ignoranza porta acqua al mulino del totalitarismo.
Anna Foa, storica
(23 gennaio 2017)