legami…

La scorsa settimana è stata apposta in una strada del centro di Genova – via Carlo Barabino al numero 26 – una Pietra d’inciampo in ricordo di Ercole Deangelis , nel luogo in cui venne catturato da militari fascisti, il 2 ottobre 1944. Ercole Deangelis era nato a Casale Monferrato il 16 febbraio del 1882; a seguito dell’arresto venne deportato a Flossenburg, morì in luogo ignoto il 18 aprile del 1945.
Questo evento ha dato luogo ad un incontro di molte famiglie di varie provenienze, unite per legami di parentela nel ricordo del proprio caro vittima della Shoah; una parte di questa numerosa famiglia vive in Israele e da essi è giunta la parte forse più significativa del ricordo. Dopo l’apposizione della pietra d’inciampo, si è svolta in Sinagoga una rievocazione delle vicende che hanno coinvolto questa famiglia durante la Shoah; al termine, uno dei ragazzi ha letto la parte conclusiva del trattato Meghillah del Talmud Babilonese, la lettura in quel contesto era tuttavia solo una piccola parte, simbolica, di uno studio durato un anno intero, nel corso del quale il ragazzo aveva studiato tutto quel trattato talmudico, dedicando lo studio al ricordo del bisnonno. Poi, insieme, prima del Kaddish, il ragazzo con suo padre, hanno letto il brano solenne che conclude lo studio di un trattato talmudico “….Ti sia gradito, Signore mio D.O, che, come mi hai aiutato a concludere lo studio di questo trattato, così voglia Tu aiutarmi ad iniziare ed a concludere altri trattati del Talmud, per studiare ed insegnare, per osservare e mantenere, con amore, tutte le parole della Torah…”.
Pensando agli ignobili gesti vandalici sulle pietre d’inciampo, come avvenuto recentemente a Milano e prima anche in altre località, credo che non ci sarà vandalo o negazionista che potrà scalfire questa forma di Memoria, come quella cui ho assistito qui, nella Sinagoga di Genova, in questa occasione, perché il ricordo che unisce padri e figli con le parole della Torah, realizza un legame inscindibile: “La corda con tre fili che non facilmente si spezza” (Kohelet- Ecclesiaste 4,12).

Giuseppe Momigliano

(25 gennaio 2017)