Torino – Karski, testimone inascoltato
“Jan Karski. Una sua missione per l’umanità”. Questo il titolo della mostra inaugurata nelle sale di Palazzo Cisterna di Torino, oggi sede della Città Metropolitana. Si tratta di una mostra che ripercorre la vicenda di un uomo che rischiò la vita per far conoscere la verità sulla Shoah, che con la sua caparbietà provò a dimostrare ai grandi del mondo la disumanità nazista, una missione che sprofondò in un’amara e impenetrabile indifferenza.
Jan Karski fu emissario dello Stato Segreto Polacco all’epoca in esilio prima in Francia e poi in Inghilterra, fu l’uomo che trasmise il primo rapporto credibile sullo sterminio degli ebrei, giunse ai massimi rappresentanti delle autorità alleate allertando il ministro degli affari esteri inglese Anthony Eden e lo stesso presidente degli Stati uniti Franklin Roosevelt. “Ma i politici e i militari – la sua amara riflessione – non avevano tempo di occuparsi dei crimini contro gli ebrei. Volevano vincere la guerra con l’aiuto non dei partigiani, ma dei propri carri armati e dei proprio aerei”.
La missione di Karski prese il via nel 1942 e la raccolta di prove per stilare il suo rapporto fu diretta: Karski infatti era entrato di persona con un espediente nello stesso ghetto di Varsavia e a Izbica, questi elementi lo rendevano un testimone diretto. “Il primo pensiero di cui ebbi coscienza fu la mancanza di scampo. Per noi, polacchi, c’era la guerra e l’occupazione. Per loro, gli ebrei, c’era la fine del mondo. Erano stati condannati a morte soltanto per il fatto di esistere”. Karski fu quindi il primo testimone della Shoah a non essere creduto, o meglio a non essere ascoltato, prima dalle autorità politiche e poi dall’opinione pubblica. Con la stesura di “Story of a Secret State”, uscito nel novembre del 1944 a Boston, Karski tentò di smuovere la popolazione americana. Tuttavia il primo riconoscimento ufficiale risale al 1982, anno in cui Yad Vashem lo proclama “Giusto tra le nazioni”.
La mostra dedicata a Karski, realizzata dal Muzeum Historii Polski e dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, in collaborazione con la Città Metropolitana, il Consolato Generale di Polonia a Milano, il Consolato onorario di Polonia a Torino, la Comunità ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie, si pone in continuità con “A rischio della propria vita”, l’istallazione esposta l’anno scorso sempre a Palazzo Cisterna dedicata alla memoria dei Giusti polacchi.
All’inaugurazione molte le autorità presenti: Carlotta Trevisan, consigliera per le Pari Opportunità della Città Metropolitana, Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio Regionale e presidente del Comitato per la Resistenza e la Costituzione, Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino (che ha definito Karski “Figura singolare di assoluto coraggio che si è mosso contro l’indifferenza”) e Elzbieta Grzyb, presidente della Comunità Polacca di Torino che ha aperto il suo intervento con un interrogativo: “Perché il rapporto non è stato accettato? Come giustificare i silenzi e le presunte amnesie nella storia?”. Accanto a loro il Vice Console del Consolato polacco di Milano, Bartosz Skwarczynski che ha descritto Karski come “Una figura che si è iscritta nella storia dell’umanità”. Infine il Vicedirettore dell’Istituto Polacco di Roma, Marek Szczepanowski, che esprime la profonda convinzione di voler custodire attraverso opere divulgative come questa mostra la memoria di coloro che hanno mantenuto la loro umanità, i Giusti.
Ma l’intento divulgativo vuole spingersi al di là della sola mostra: sono infatti previste attività didattiche seminariali a cura dei professori Jörg Luther dell’Università del Piemonte Orientale e Sarah Kaminski dell’Università di Torino, rivolte agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie del Piemonte e agli studenti universitari.
Alice Fubini
(31 gennaio 2017)