…strategie
Salah Abdeslam – Francese, nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles. Autore dell’attentato al Bataclan.
Abdelhamid Abaaoud – Jihadista di cittadinanza belga, è sospettato di essere il ‘cervello’ degli attentati di Parigi del Novembre 2016. 27 anni, originario del quartiere di Molenbeek a Bruxelles.
Bilal Hadfi – Francese, nato il 22 gennaio 1995, risiedeva in Belgio. E’ uno dei tre attentatori suicidi che si sono fatti esplodere fuori dallo Stade de France.
Ismael Omar Mostefai – Aveva 29 anni, nato a Courcouronnes (Essonne). Con la sua giovane famiglia viveva a Chartres.
Samy Animour – Nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, era originario di Drancy.
Ibrahim Abdesalam – Francese, nato il 30 luglio 1984, risiedeva a Bruxelles. Si è fatto esplodere davanti alla brasserie Comptoir Voltaire.
Saïd Kouachi – nato nel 1980 a Parigi (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Chérif Kouachi – nato nel 1982 a Parigi (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Hamyd Mourad, nato a Parigi nel 1996 (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Amedy Coulibaly – nato a Juvisy-sur-Orge, un comune nella regione dell’Île-de-France. Cresciuto a La Grande Borne, a Grigny, un quartiere residenziale a sud di Parigi.
Rizwan Farook, 28 anni, nato in Illinois. Autore della strage di S. Bernardino.
Dzochar Carnaev (o Tsarnaev) – di origine cecena, residente negli USA dal 2002, dall’età di 9 anni. Naturalizzato cittadino statunitense nel 2012. Autore (col fratello) dell’attentato alla maratona di Boston.
Basterebbe questa breve e incompleta lista per dimostrare l’assurdità e la portata meramente propagandistica del decreto anti immigrazione, che segna il vero esordio dell’Amministrazione Trump. Un provvedimento totalmente inutile perché quasi tutti i terroristi che hanno colpito USA e Europa negli ultimi anni sono nati e cresciuti da noi. Quelli, invece, che sono fermi alle frontiere sono le vittime di quei carnefici che si vorrebbe tenere fuori. Persone che hanno subito persecuzioni e torture indicibili e che spesso combattono fianco a fianco alle forze armate americane. Pura irrazionalità, che rischia di assecondare il razzismo in prepotente ascesa. Un’azione di cui non solo è difficile vedere il senso, ma che rischia di favorire l’effetto opposto e di ridare forza alla propaganda di un Isis in chiara difficoltà in Medio Oriente. Quale miglior favore di accrescere la rabbia dell’intero mondo musulmano e di esacerbare lo scontro di civiltà in cui si sentono schierati anche molti repressi, folli e disagiati delle nostre città? Lo abbiamo appena visto in Canada. Non mi pare una grande strategia.
Davide Assael, ricercatore
(1 febbraio 2017)