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francesco-bassano“Pro-Israele, pro-Trump, anti-femminista ed anti-immigrati”. Con questi aggettivi Le Monde traccia il profilo di Alexandre Bissonette, lo studente 27enne incriminato per la strage ad un moschea di Quebec City. La Stampa aggiunge inoltre più specificatamente l’ammirazione da parte del giovane per le forza armate israeliane. Oltre a trovare il titolo di Le Monde alquanto scorretto poiché non è difficile scorgere un’accezione negativa, in questo caso, nell’essere “Pro-Israele”. Mi chiedo soprattutto in che modo il sostegno verso Israele possa combaciare con le altre caratteristiche di Bissonette – mettendo da parte soltanto per il momento l’essere a favore di Donald Trump, il quale porterebbe a considerazioni premature – Non è un mistero che molti partiti e movimenti di estrema-destra i quali sposano idee ultra-nazionaliste ed anti-islamiche, dal PVV di Geert Wilders fino alla Lega Nord di Matteo Salvini, guardino con stima Israele per il suo ruolo di “frontiera” di un inesistente “Occidente giudaico-cristiano” opposto ad un altrettanto improprio “Oriente islamico e barbaro”. Ma occorrerebbe riflettere sul perché questa visione distorta della realtà abbia messo le sue radici, su come sia possibile che ideologie ultra-identitarie e xenofobe possano saldarsi con il sionismo. Gli argomenti che convaliderebbero la legittimità di questo ipotetico sodalizio, sarebbero forse una guerra che va avanti dal secolo scorso con tutte le sue evoluzioni nella società israeliana, o un inevitabile “conflitto tra civiltà” percepito in Europa più che altrove, o l’allontanamento da parte della sinistra internazionale verso Israele e i suoi sostenitori che avrebbero finito per trovare un appoggio nella destra anche estrema. Ciò che invece si trova in completa antitesi mi sembra più significativo, il fatto che il sionismo sia nato con sentimenti antifascisti ed egualitaristi, che Israele sia sostanzialmente un paese di immigrati, sensibile alle minoranze ed ai diritti civili, e che questo lembo di terra sia più che un luogo di scontro, un luogo potenzialmente di incontro.

Francesco Moises Bassano

(3 febbraio 2017)