…Bensoussan
Bernard-Henry Lévy è intervenuto due giorni fa su La règle du jeu a sostegno di Georges Bensoussan, lo storico francese che dirige la Révue d’histoire de la Shoah, processato in Francia sotto l’accusa di islamofobia in seguito a una denuncia formulata dal CCIF (collettivo contro l’islamofobia in Francia). La denuncia è partita in seguito a un’intervista televisiva con Alain Finkielkraut, che è stata considerata islamofoba dal CCIF, un’accusa che mira in realtà, come afferma Bernard-Henry Lévy, a colpire l’opera di Bensoussan, “tutta votata alla comprensione delle forme di odio di oggi e del loro terrificante potere di disfare ciò che unisce gli esseri umani”. “Gli avvocati del CCIF e alcuni dei testimoni – spiega Lévy – hanno approfittato di questa insperata tribuna per affermare la loro ossessione, ispirata dagli ideologi e attivisti più radicali del Jihadismo, di un’islamofobia che non sarebbe altro che una maschera del razzismo”. Così Bernard Henry Lévy. Aggiungo che Bensoussan è uno storico di grande livello, autore di libri importanti, lontani da ogni sia pur minimo sospetto di razzismo. Capisco che in questo momento, con Trump e la sua islamofobia, si possa aver timore di essere scambiati per antiarabi. Ma è proprio questo il momento di distinguere tra gli studi seri, volti a sfatare miti e a chiarire e interpretare la storia, e il razzismo che dilaga. Proprio perché il momento è grave, la nostra attenzione deve raddoppiare, non calare. Da parte mia, esprimo tutta la mia solidarietà a Georges Bensoussan, accusato ingiustamente da un gruppo di fanatici.
Anna Foa, storica
(6 febbraio 2017)