Calcio, ultras e cori antisemiti, la sentenza che preoccupa
Il Corriere della Sera svela oggi il contenuto di un messaggio privato che la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha inviato negli scorsi giorni al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, al presidente del Coni Giovanni Malagò, al presidente della Figc Carlo Tavecchio e al ministro dello Sport Luca Lotti. L’argomento è il proscioglimento di due tifosi laziali denunciati dalla Digos e accusati dalla Procura di aver incitato la curva dell’Olimpico ad urlare “Giallorosso ebreo”. Vicenda divenuta di dominio pubblico e su cui alcuni ispettori ministeriali, con il beneplacito del ministro della Giustizia Andrea Orlando, stanno svolgendo “accertamenti preliminari” sul giudice che ha pronunciato la sentenza. “Fermo restando il principio che le decisioni della magistratura vanno sempre rispettate e non volendo entrare nel merito dei singoli aspetti processuali di questa vicenda, non posso non esprimere la mia preoccupazione. Soprattutto in un momento come questo, in un momento in cui nuovi venti di odio tornano a spirare in Italia e in Europa, c’è un bisogno assoluto che il mondo dello sport si faccia ambasciatore di valori positivi. C’è un gran bisogno – scrive la Presidente UCEI nel suo messaggio – che lo sport unisca le società e i popoli”.
Su questo argomento, riferisce il quotidiano, si è aggiunto anche un messaggio della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “Mi rivolgo a voi – le sue parole – con lo scopo di ribadire che in questo Paese gli antisemiti, unico aggettivo in grado di qualificare chi deride un tifoso avversario appellandolo ‘ebreo’, siano perseguitati e condannati e non ci sia spazio per alcuna ambiguità, soprattutto nei nostri tribunali”.
Israele e la legge sugli insediamenti. “La Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato ieri a tarda sera, con 60 voti favorevoli e 52 contrari, la legge per la legalizzazione degli insediamenti ebraici su terre private palestinesi. II provvedimento, che ha spaccato in due il Paese, arriva dopo il drammatico sgombero dell’avamposto di Amona, mercoledì scorso, dove 42 famiglie hanno dovuto lasciare le loro case per l’applicazione di una sentenza della Corte suprema di Gerusalemme”. È la ricostruzione che compare oggi su La Stampa in merito all’approvazione della legge sugli insediamenti in Cisgiordania. Secondo il quotidiano, il Primo ministro Benjamin Netanyahu – ieri a Londra per incontrare la Premier Theresa May – avrebbe dato il via libera al voto dopo aver sentito la Casa Bianca. II provvedimento, spiega La Stampa, “agisce in forma retroattiva, stabilisce un meccanismo di compensazione per i proprietari palestinesi dei terreni su cui sono stati costruiti insediamenti o case: potranno ricevere un pagamento annuale pari al 125% del valore dei terreni per 20 anni o, in alternativa, altri terreni a loro scelta dove è possibile”. Il procuratore generale Avichai Mandelblit ha però messo in guardia governo e Knesset sui rischi dell’approvazione di questa legge, che potrebbe portare Israele alla Corte Penale dell’Aja su iniziativa palestinese.
Il fronte italiano e il duo Bce-Berlino contro i populismi. Un nuovo fronte che costruisca una coalizione repubblicana contro i movimenti populisti europei e non. E quanto descrive Repubblica oggi dando voce a diversi esponenti della sinistra italiana e non solo. “Pensavamo che la spaccatura destra-sinistra fosse immutabile. Non è così – spiega il ministro della Cultura Dario Franceschini – . È stata travolta da un vento populista che cavalca le paure, comprensibilissime, portate dalla globalizzazione”. Da qui la proposta che riecheggia in chiave antipopulista (di cui parla anche l’ex presidente della Camera Giancarlo Fini in un’intervista al quotidiano diretto da Mario Calabresi), di unire in unico fronte i repubblicani. Un fronte di cui fa parte anche la cancelliera Angela Merkel, che, spiega Repubblica in un altro articolo, ha un solido alleato nel governatore della Banca centrale Mario Draghi: quest’ultimo è intervenuto direttamente per criticare l’offensiva anti-euro e contro la Germania portata avanti dal consigliere al Commercio del presidente Usa Donald Trump.
Milano, lo studio promosso dall’UCEI sui disturbi dello sviluppo. Oggi alle 14 a Palazzo Pirelli verrano presentati i risultati del progetto di prevenzione primaria “La Salute Psicomotoria”, voluto e finanziato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e realizzato da Villa Santa Maria, Centro di Tavemerio (Como) specializzato nella cura e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da autismo e patologie neuropsichiatriche. Lo studia ha indagato appunto le problematiche legate allo sviluppo, attraverso l’osservazione dei bambini in età pre-scolare in un ambiente ludico (Libero Milano).
Usa, aziende high-tech contro il bando di Trump. Il Messaggero racconta come quasi cento delle più grandi e potenti aziende della tecnologia avanzata abbiano chiesto nelle scorse ore “ai giudici di non riattivare il bando firmato da Trump contro gli immigrati di sette Paesi a maggioranza musulmana”. Nel ricorso presentato dalle aziende alla Corte d’Appello federale si ricorda che “gli immigrati hanno compiuto alcune delle scoperte che hanno fatto grande l’America”. Si citano tanti nomi, sottolinea il Messaggero: tra questi anche quello dell’italiana Giuliana Cavaglieri Tesoro, che arrivò negli Usa da profuga nel 1939, dopo le leggi razziste del ’38 emanate dal regime fascista. “ Arrivata negli Stati Uniti, – racconta il quotidiano parlando della scienziata – ebbe la possibilità di entrare alla Yale University, dove in appena tre anni ottenne la laurea e il dottorato in Chimica. Iniziò quindi una brillante carriera di ricercatrice per le grandi aziende chimiche statunitensi, riuscendo a brevettare nuovi tessuti composti di fibre ignifughe”.
Segnalibro, Gerusalemme. Sul Corriere della Sera Paolo Mieli parla dell’ultimo libro dell’archeologo e storico americano Eric H. Cline Gerusalemme assediata. Dall’antica Canaan allo Stato d’Israele, pubblicato da Bollati Boringhieri, in cui si ricostruiscono millenni di storia della città tra vicende complesse, contrasti e conflitti.
Merano e i nomi delle Ss sudtirolesi. “Fare chiarezza, rivelando tutti i nomi degli altoatesini responsabili di crimini di guerra, è un processo doveroso e necessario che avviene ora quasi troppo tardi, dal momento che i protagonisti sono già morti da tempo” ad affermarlo la presidente della Comunità ebraica di Merano Elisabetta Rossi-Innerhofer. Parole legate alla scoperta della presenza di quattro altoatesini tra gli aguzzini di Auschwitz nell’elenco dei nomi pubblicato dall’Istituto polacco alla Memoria e dalla pubblicazione dello studio degli storici Sabine Mayr e Joachim Innerhofer Quando la patria uccide (Corriere dell’Alto Adige).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(7 febbraio 2017)