Qui Roma – La cerimonia
Educazione, antidoto all’odio
L’educazione, lo studio, l’amore per la conoscenza. La lotta all’odio parte anche e soprattutto da qui.
Particolarmente significativo il fatto che questo messaggio sia stato rivolto agli alunni di una scuola, l’istituto cattolico San Giuseppe De Merode, dove nei mesi della persecuzione nazifascista diversi perseguitati, tra cui alcuni ebrei braccati dagli aguzzini, trovarono rifugio e salvezza.
Per questo la Fondazione Wallenberg ha riconosciuto oggi l’Istituto come “Casa di vita”, sottolineando le pagine di coraggio che vi furono scritte e che hanno portato all’inserimento tra i Giusti tra le Nazioni del direttore dell’epoca, Sigismondo Ugo Barbano.
Svoltasi alla presenza della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la cerimonia è stata segnata dalle testimonianze di Gianni Polgar e Fausto Zabban, che furono accolti giovanissimi da Barbano, oltre che da diversi interventi istituzionali. Forte il richiamo all’impegno e alla presa di coscienza nelle parole della Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, del Presidente Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e dal Presidente del Benè Berith Sandro Di Castro. Perché, come hanno ricordato, l’indifferenza è sempre in agguato. Soprattutto in un momento in cui nuove minacce e nuove insidie sembrano affacciarsi sempre più insistentemente.
Temi cui si sono riallacciati anche l’attuale direttore dell’istituto, Alessandro Cacciotti, e il superiore generale dei Fratelli delle Scuole cristiane, Robert Schieler, che hanno ricevuto il riconoscimento dalle mani di Silvia Costantini, anima per l’Italia della Fondazione Wallenberg.
Una consegna che sarà presto seguita da un nuovo atto formale che vedrà protagonisti i figli di Barbano, Paolo Emilio e Maria Giovanna, cui lo Yad Vashem conferirà nei prossimi mesi l’attestato di Giusto in memoria del padre.
(14 febbraio 2017)