Setirot – Impunità e oblio

jesurumMi capita di rileggere il testo del discorso che Gérard Malkassian, filosofo francese di origine armena, ha tenuto a metà gennaio nell’ambito dell’interessante ciclo di incontri “La crisi dell’Europa e i Giusti del nostro tempo” organizzato da Gariwo al Teatro Parenti di Milano. Alcune osservazioni di Malkassian colpiscono profondamente. Ad esempio quando sottolinea, con spirito evidentemente rivolto all’attualità, quanto l’impunità e l’oblio di un crimine mostruoso possano avere effetti tragici al di là del crimine stesso. Parla, ovviamente, del genocidio armeno e ricorda come il silenzio calato su di esso dopo il Trattato di Losanna del 1923 fu uno dei fattori che incoraggiò i nazisti a mettere in atto e a perpetrare la Shoah. Dimenticare i genocidi incoraggia a ripeterli.
Non solo. Malkassian ci dice anche che il cammino “che abbiamo intrapreso, partendo da questo abisso, noi, alcuni armeni della diaspora, e loro, i Giusti della memoria turca molestata, porta verso la prevenzione delle violenze politiche odierne, tramite una rottura con la tradizione turca di risoluzione violenta dei problemi. Porta anche verso la lotta contro le violenze di massa che si perpetrano tutt’oggi su terre di cultura musulmana contro minoranze islamiche, cristiane, yazide”. Adesso, davanti alle atrocità eseguite “dai sicari dell’Isis nelle zone dove cento anni fa un’altra minoranza sparì”, dobbiamo dunque impegnarci affinché l’Europa (e anche Israele, aggiungo io) riconosca e spinga la potenza islamica turca a riconoscere la carneficina commessa allora sul proprio territorio. Ciò costituirebbe uno shock, “una svolta etica decisiva per la vita morale dei popoli di questi paesi”. E dell’umanità.

Stefano Jesurum, giornalista

(16 febbraio 2017)