“Profughi, un dramma di tutti”
“Ci teniamo ad essere percepiti non solo come un gruppo di esperti di storia, ma come una istituzione che riflette sul passato per elaborare soluzioni positive ed etiche in grado di fronteggiare le sfide preoccupanti del presente. Questo è il nostro contributo alla ricerca della giustizia e della pace”.
Aprendo i lavori del convegno internazionale “Refugee Policies from 1933 until Today: Challenges and Responsibilities” che va concludendosi a Palazzo Cancelleria a Roma, il presidente dell’IHRA-International Holocaust Remembrance Alliance, l’ambasciatore Minhea Costantinescu, spiega così il senso di un’iniziativa che ha richiamato nella prestigiosa sede vaticana, in collaborazione con la Santa Sede, co-organizzatrice dell’evento, esperti di storia, diritti, comunicazione e mediazione. Una riflessione allargata, sviluppata diverse sessioni, su tematiche considerate imprescindibili per chi opera nel campo dei diritti umani. A partire dall’emergenza profughi, che ha stimolato un ampio confronto su due piani: rispetto della legalità e rispetto della vita umana.
“L’IHRA si occupa di questi temi indirettamente, trattando in prima istanza altre questioni. Ma si tratta comunque di un segnale forte che lanciamo su realtà che non possono essere ignorate, su argomenti che fanno parte della nostra quotidianità” sottolinea l’ambasciatore Sandro De Bernardin, capo della delegazione italiana all’IHRA. Proprio l’Italia, nel 2018, sarà chiamata a guidare l’istituzione ereditando il testimone dalla Svizzera, che a sua volta lo erediterà nei prossimi giorni dalla Romania. Un passaggio di consegne particolarmente significativo per il nostro paese, anche perché avverrà nell’anno dell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi Razziste.
Quattro i panel in cui sono stati suddivisi gli interventi del convegno. Nel primo, moderato da padre Norbert Hofmann, ci si è focalizzati sui diversi focolai di crisi tra il 1930 al 1945; nel secondo, moderato dall’esponente IHRA Veerle Vanden Daelen, ci si è invece concentrati sul periodo che va dal 1945 ad oggi; nel terzo, moderato dall’ambasciatore Thomas Michael Baier, si è riflettuto su criticità e opportunità del presente; nel quarto si è provato a immaginare il futuro che ci aspetta (“Where Do We Go From Here?” la domanda da cui si è partiti). Qualificato il parterre di ospiti e di relatori. Ad aprire i lavori del convegno due autorevoli esponenti vaticani, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher e monsignor Silvano Maria Tomasi.
Presente in sala, tra gli altri, l’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oren David.
(17 febbraio 2017)