melamed, psicometrico – Due corsi per dare il meglio

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Si avvicina la data del test psicometrico, l’esame obbligatorio per tutti i ragazzi che intendano frequentare l’università in Israele, che si terrà il 6 aprile. E sono in corso le lezioni di preparazione, a Roma e a Milano, tenute dal prof. Giacomo Sassun, ingegnere e docente alla scuola ebraica di Milano. Un percorso supportato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e organizzato dall’Ufficio Giovani dell’Area Formazione e Cultura UCEI, che permetterà quest’anno a oltre cento ragazzi da tutta Italia di effettuare il test a costi ridottissimi.
Il corso si articola in cinque lezioni di quattro ore in ciascuna città e ha preso l’avvio a gennaio. La prova, il cui eventuale esito positivo rimane valido sette anni, rappresenta un investimento da parte degli studenti e delle famiglie, ed è un utile strumento per verificare la possibilità di successo negli studi in Israele.

Professor Sassun, che genere di test è lo psicometrico?
Si divide in due discipline principali: matematica e logica verbale, oltre a una prova di inglese, piuttosto semplice e coperta abbastanza bene dall’educazione che i ragazzi ricevono già a scuola. Per quanto riguarda le due discipline che insegno io, il supporto di una formazione ulteriore oltre a quella scolastica è importante, perché richiede la misurazione della capacità cognitivo-attitudinali del ragazzo, e quindi la matematica e le lezioni di italiano fatte a scuola non bastano. In particolare la parte di logica verbale è particolarmente complessa. Sono test molto specifici, basati sull’interpretazione delle domande, e occorre insegnare ai ragazzi a trovare la chiave giusta, non basta una preparazione nozionistica. Io preparo i ragazzi sia a livello teorico che pratico, anche per verificare la loro capacità di gestione del tempo, una cosa importante nel corso della prova. Avendo già seguito i ragazzi negli anni precedenti, ho molto materiale pronto, che permette una preparazione di buon livello.

Perché è importante lo psicometrico?
È il lasciapassare per l’università israeliana, stabilisce un punteggio per entrare nelle varie facoltà. Molti si iscrivono perché grazie all’UCEI pagano una cifra simbolica: effettuano intanto l’esame, e anche se non sanno se faranno subito l’Aliyah, sono spronati comunque ad andare a fare un’esperienza in Israele. Dove lo psicometrico è un fenomeno di carattere nazionale, c’è una grande competizione, e il punteggio che si ottiene sancisce l’accesso o l’esclusione alle facoltà delle università più ambite, come il Technion di Haifa o la Ben Gurion di Beer Sheva.

Come giudica lo psicometrico in quanto strumento per misurare le capacità di uno studente?
Credo sia un sistema di valutazione abbastanza oggettivo, attendibile e “democratico”: in tutti i Paesi che aderiscono, si effettua lo stesso test contemporaneamente. Per gli italiani anni fa era più difficile, perché essendo in inglese ed ebraico, i nostri giovani erano penalizzati rispetto ai loro coetanei anglofoni e israeliani. Ma da quattro anni, grazie all’impegno dell’UCEI, è possibile effettuare il test in italiano. È una grande opportunità per i ragazzi, da sfruttare.

mdp

(17 febbraio 2017)