Usa, Israele e Arabia Saudita: “L’Iran è il nemico comune”
Quali sono le tre minacce più serie per il Medio Oriente? “L’Iran. L’Iran. L’Iran”. Così il ministro israeliano della Difesa Avigdor Lieberman (nell’immagine in Germania con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov) ha aperto il suo discorso alla Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco di Baviera. “Per la prima volta dal 1948 – ha spiegato il ministro israeliano, facendo riferimento alla fondazione dello Stato ebraico – il mondo sunnita […] capisce che la più grande minaccia per loro non è Israele […] ma l’Iran”. E che un nuovo orizzonte si sta delineando in Medio Oriente, l’aveva confermato più volte il Primo ministro Benjamin Netanyahu, che nel suo ultimo discorso alle Nazioni Unite lo scorso settembre aveva parlato di un mondo arabo in cambiamento.
“For the first time since 1948, the moderate Arab world, the Sunni world, […] understands…” – @AvigdorLiberman at #MSC2017 pic.twitter.com/mTj0JARZF3
— Security Conference (@MunSecConf) 19 febbraio 2017
“Per la prima volta nella mia vita, molti altri stati della regione – aveva dichiarato allora Netanyahu, che aveva già citato Egitto e Giordania, con cui Gerusalemme ha firmato accordi di pace – riconoscono che Israele non è il loro nemico. Riconoscono che Israele è il loro alleato. I nostri nemici comuni sono l’Iran e l’Isis. I nostri obiettivi comuni sono la sicurezza, la prosperità e la pace. Credo che nei prossimi anni lavoreremo insieme per raggiungere questi obiettivi e collaborare apertamente”. Una collaborazione che vede in primo piano l’alleato storico d’Israele, gli Stati Uniti: nelle scorse ore il Premier ha riferito al gabinetto di sicurezza del suo incontro a Washington con il presidente Usa Donald Trump. “L’alleanza tra Israele e gli Stati Uniti è sempre stata salda, ma, l’ho detto lì (a Washington) e lo ripeto qui a Gerusalemme: questa alleanza è diventata ancora più forte”, ha affermato Netanyahu parlando ai suoi ministri. Il Premier ha spiegato che Trump condivide le preoccupazioni sull’Iran “e la necessità di far fronte alle aggressioni iraniane sotto diversi aspetti”. “Vediamo anche la possibilità di provare a fornire una base comune per i crescenti interessi regionali che si stanno formando attorno a Israele, Stati Uniti e ai paesi della regione per respingere l’Iran e per sviluppare altre opportunità e la normalizzazione dei rapporti. Alla fine, speriamo di raggiungere la pace”, le parole di Netanyahu.
Iranians are only country in the region that has not been attacked by #Daesh or #AlQaeda – begs question why, says @AdelAljubeir #MSC2017
— Security Conference (@MunSecConf) 19 febbraio 2017
A dare indirettamente ragione alle parole di Lieberman e Netanyahu, quando affermato da Adel Al jubeir, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita che da Monaco ha accusato l’Iran di “essere il più grande sponsor mondiale del terrorismo”. “L’Iran è il solo Paese della regione a non essere stato attaccato da Daesh (l’Isis) o da Al Qaeda. C’è da chiedersi il perché”. L’interrogativo posto dal ministro saudita. Prima di lui aveva parlato il collega iraniano, Mohammed Zarif sostenendo che Teheran non ha intenzione di costruire una bomba nucleare e al contempo aprendo al dialogo con gli altri paesi della regione, ovviamente Israele esclusa (“solo con i paesi fratelli di Islam”, le sue parole). A rispondergli, il membro della Knesset Tzipi Livni, in gara per una nomina alla vicepresidenza delle Nazioni Unite: “assurdo che Zarif, ministro degli esteri dell’Iran che sostiene il terrorismo, finanzia Hezbollah e attacca l’Europa, abbia così tanta legittimazione”.
Daniel Reichel @dreichelmoked
(19 febbraio 2017)