JCiak – Le parole di Jackie
È stata una first lady amata, odiata, discussa, comunque straordinaria. Da oggi nei cinema italiani, Jackie di Pablo Larrain, riesce nell’impresa di mettere in scena i mille volti dell’unica prima signora d’America diventata un’icona di stile. A calarsi nei panni elegantissimi di Jackie Kennedy – l’Oscar per i costumi è dato fra i più probabili – c’è Natalie Portman con un’interpretazione intensa, paragonabile per molti versi alle ossessioni de Il cigno nero che nel 2010 valse all’attrice israelo-americana l’Oscar e con un tocco in più che nel doppiaggio italiano va perduto. In questo film il vero tour de force, per Natalie Portman, è la parlata di Jackie, sospirata, aspirata, melodiosa: quel cosiddetto Kennedy sound che è uno dei grandi protagonisti del film.
Ad accentuare l’effetto, al giorno d’oggi straniante, contribuisce lo stato emotivo di Jackie. Il film del cileno Pablo Larrain racconta con coraggio e inventiva il dolore e il coraggio della first lady nei giorni successivi all’assassinio di John F. Kennedy. In un breve giro di tempo la vediamo alle prese con il suo lutto privato, lo choc di quel sangue che le lorda l’abito e le mani, i figli bambini, e al tempo stesso con una tragedia nazionale e le pressioni politiche che fin dal principio cercano di metterla all’angolo.
Attraverso questa doppia angolatura Larrain ritaglia una figura di donna intensa, che a tratti appare del tutto fuori posto. Le scena in cui Jackie Kennedy guida una troupe televisiva in una visita alla Casa Bianca è indimenticabile.
Minuscola, quasi sperduta fra i troppi arredi, recita il suo copione con una vocina che suonerà fin troppo educata, impostata, distante al pubblico in ascolto. E’ una parlata, la sua, che evoca scuole private, la buona società di Long Island, insegnanti severe (il filmato originale, Jacqueline Kennedy: White House Tour, è su youtube, vale la pena vederlo).
Anche se con qualche esagerazione, Natalie Portman rifà la first lady a meraviglia. E proprio il contrasto fra la voce morbida, la perfezione dell’acconciatura e degli abiti e il sangue che gronda dal tailleur rosa dopo gli spari di Dallas è accecante. Niente può aver preparato Jackie alla violenza di quella tragedia. Eppure proprio in quel momento la regina di Camelot tira fuori una grinta e una forza di volontà straordinarie e insospettate, soprattutto da chi in quei giorni la circonda.
Daniela Gross
(23 febbraio 2017)