…riflessioni
Henry Rousso è uno storico francese, professore universitario, studioso della Shoah e della memoria, autore di libri importanti e riconosciuto a livello internazionale. Due giorni fa, arrivando da Parigi in Texas dove era stato invitato ad una conferenza, è stato fermato per dieci ore all’aeroporto di Houston, interrogato, minacciato di espulsione. Le autorità texane, che agivano sulla base del famigerato decreto di Trump, hanno poi cercato di attribuire la responsabilità dell'”incidente” all’inesperienza del funzionario. In realtà, ad evitare che Rousso fosse ammanettato e trascinato a forza su un aereo in partenza per Parigi, è stato solo l’intervento del presidente dell’Università del Texas, con l’aiuto dei suoi legali. Rousso è un ebreo, è nato in Egitto e da lì è stato espulso insieme a tanti ebrei dei paesi arabi. Era il luogo di nascita il problema? Non voglio pensare che fosse il suo essere ebreo, anche se sappiamo che l’antisemitismo sta ampiamente rialzando la testa negli States di Trump, con l’aiuto dei suprematisti bianchi. Ma possiamo anche immaginare che alle nuove autorità americane non dispiaccia trattare un illustre professore universitario come già trattano, senza reazioni o quasi, gli immigrati clandestini. Questi intellettuali hanno stufato! E poi, tutte queste conferenze nelle Università, con studiosi che arrivano da ogni parte del mondo, non è meglio farla finita anche con queste e in prospettiva con le Università stesse! Dopo la stampa, il mondo universitario. E domani? Chi altro? Cos’altro? Vogliamo rifletterci, almeno noi ebrei che cose del genere le abbiamo già passate?
Anna Foa, storica
(27 febbraio 2017)