Ricomincio da sette
Nella parashà di Terumà, che verrà letta il prossimo shabbat, è scritto (Esodo 25: 31, 40): “Farai un candelabro d’oro puro fatto tutto di un pezzo: il piedistallo, e il fusto, i suoi calici, i suoi boccioli e i suoi fiori formeranno un solo corpo con esso.
È la Menorah, il candelabro a sette bracci, uno dei simboli dell’Ebraismo, assurto ad emblema nello stemma dello Stato di Israele. È l’immagine di quella che si trova scolpita sull’arco di Tito a Roma e che ricorda il candelabro che si trovava nel Santuario di Gerusalemme, come prescritto nella Torah.
“Sei rami usciranno dai suoi lati, tre rami del candelabro da una parte e altri tre dall’altra (…) Farai i suoi lumi in numero di sette ”.
Il numero sette nell’ebraismo ha un valore altamente simbolico. Sette sono i giorni della creazione e sette è il ciclo dell’anno sabbatico. Il giubileo si compie alla fine di sette anni moltiplicati per sette. Al capitolo ventinove di Vaykrà Rabba (Midrash sul levitico) leggiamo: “Tutti i settimi sono i beneamati”, e segue una lista di cose che rendono questo numero beneamato: il settimo cielo; “Tebel” il settimo nome con il quale è chiamato il mondo e che ha una speciale menzione nei Salmi; Chanoch che rappresenta la settima generazione da Adamo; Mosè che apparteneva alla settima generazione da Abramo; David, settimo figlio di Iesse.
È di questi giorni la notizia che a breve verranno inaugurate due mostre sul tema della Menorah: una presso il Museo della Comunità ebraica di Roma e una ai Musei Vaticani.
In ogni caso comunque della Menorah d’oro del Santuario non si conosce la sorte e sono diverse le storie e le leggende che circolano: è probabile che fu portata a Roma nel 70 E.V. insieme a un certo numero di prigionieri ebrei dopo la distruzione del Santuario da parte di Tito (e così come rappresentato sull’Arco), ma non è noto dove poi sia finita. Di sicuro gli ebrei romani non passarono sotto l’arco di Tito per molti secoli, almeno fino a quando non nacque lo Stato di Israele.
Le due mostre verranno inaugurate nel mese di maggio, poco dopo Yom Ha-Azmaut, il giorno in cui si celebra la nascita dello Stato di Israele.
Sira Fatucci
(1 marzo 2017)