Ticketless – Se non opa, quando?
Sì, non è un refuso. “Se non opa, quando”. Era per tutta la settimana in screenshot sul sito di “Repubblica”. Fino a scadenza dell’opa di Parmalat, reclamizzata pure con paginate sui massimi quotidiani nazionali. Osservo il fenomeno con animo ormai rassegnato. Non alzo il dito contro nessuno, per paura che Valentina Pisanty torni a rubricarmi tra i cultori di una memoria di Levi “sacralizzante”, come era accaduto per un Ticketless analogo di due anni fa contro il (quasi) omonimo movimento “Se non ora, quando?”, fondato da “Libertà e Giustizia”. Che cosa abbiano in comune gli azionisti di Parmalat con Sandra Bonsanti, non saprei dire. Se mai, la contingenza dovrebbe far riflettere la Pisanty sulle ondate banalizzanti scaturite sempre più di frequente dai titoli dei libri di Levi. Mi dicono sia apparso qualche giorno fa un “Se questo è un uovo”. Si aspetta, da un momento all’altro, “L’altrui barbiere”, il “Vizio di Norma”. Urge l’intervento chiarificatore di Stefano Bartezzaghi. Come mai, vorrei capire, i libri di Levi posseggono una valenza pubblicitaria così forte? In campagna elettorale lo slogan sulle “Chiavi a (cinque) stelle” non mi stupirebbe.
Alberto Cavaglion
(1 marzo 2017)