IDENTITA’ 1915-1918: dentro le vicende e i personaggi, per non dimenticare

militari ebrei grande guerra 2La Tradizione ebraica è caratterizzata dall’imperativo categorico Zachor, ricorda. “Noi ebrei – scriveva Martin Buber nel 1938 – siamo una comunità basata sul ricordo. Il comune ricordo ci ha tenuti uniti e ci ha permesso di sopravvivere…”. “Ricorda i tempi antichi, cercate di comprendere gli anni dei secoli trascorsi, interroga tuo padre e ti racconterà, i tuoi anziani e te lo diranno….”. (Deuteronomio, 32; 7,) Nella lingua ebraica non c’è il termine storia che viene tradotto con “toledot” che letteralmente significa “generazioni”. Non vi è dunque Storia se non attraverso ciò che una generazione riesce a tramandare alla successiva. In questo risiede l’imperativo morale di ricordare. Da qualche anno gli studiosi analizzano seriamente le memorie individuali, cercando di organizzarle in maniera scientifica ai fini delle indagini storiche. E la cosiddetta storia orale è diventata uno dei filoni più fecondi, e inesplorati, della ricerca sul passato. Si tratta di un ambito potenzialmente infinito – tante testimonianze quanti sono gli individui! – senza contare che le nostre memorie, come spiegava mirabilmente Primo Levi, si trasformano nel corso della vita. La sfida è dar voce ad una serie di storie personali che riteniamo utili a spiegare gli ideali che spingevano molti ad impegnarsi attivamente nel conflitto dando dimostrazione della partecipazione attiva che gli ebrei italiani hanno offerto alle lotte per l’unità d’Italia. In particolare in quasi tutti i medici ebrei vi è stato, oltre all’impegno nello sviluppo della scienza medica, un forte impegno civile e sociale quasi come un obbligo per la libertà e per la emancipazione ottenuta. Non sentirono la propria fede religiosa come un impedimento alla partecipazione alla vita pubblica italiana. Molti sono i casi emblematici che hanno dato lustro sia all’Italia che all’ebraismo e che sono stati oggetto di un convegno, “Medici ebrei nell’unità d’Italia”, che l’Associazione Medica Ebraica ha organizzato a Milano in collaborazione con l’Università degli studi e il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea nel 2011, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Abbiamo voluto organizzare un convegno a Trieste perché la Grande guerra è stata combattuta anche per liberare questo lembo d’Italia e può essere considerata la conclusione del Risorgimento e l’ultima delle guerre per l’Unità nazionale. A Trieste risiedeva una importante comunità ebraica che ha vissuto in prima persona il dramma dell’irredentismo da un lato e dall’altro ha portato membri della stessa famiglia a combattere in eserciti opposti. Ringrazio per questo la disponibilità dell’Università, del Comune, della Comunità ebraica e del Museo ebraico di Trieste che ci hanno aiutato a realizzare un evento che deve completarsi con la pubblicazione degli atti, per evitare che queste vicende e i personaggi che ne sono loro malgrado protagonisti siano dimenticati.(nell’immagina militari ebrei nella Grande guerra)

Giorgio Mortara, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Pagine Ebraiche, febbraio 2017