IDENTITA’ Grande guerra, le storie di coraggio e assistenza riscoperte
Ho voluto che si organizzasse a Trieste un convegno denominato “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria sul fronte della Grande guerra”. L’ho fortemente voluto e Giorgio Mortara mi ha supportata e incoraggiata perché molti non sanno quanto gli ebrei si sentano italiani e quanto siano, almeno in questo caso, integrati nella vita pubblica italiana. Qualcuno ha scritto che gli ebrei durante la prima guerra mondiale erano più italiani degli italiani. Poi proseguendo con l’organizzazione del convegno e la ricerca degli studiosi, ho scoperto quanti erano interessati all’argomento e quanti libri era già stati editati sull’argomento stesso. Come Associazione Medica Ebraica ci siamo limitati a “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria al fronte della Grande Guerra”, ma anche qui gli studiosi non sono mancati. Alcuni hanno partecipato a questo convegno, altri non potevano per altri impegni e altri forse non ne siamo venuti a conoscenza. Abbiamo messo nel titolo la Grande guerra e non la Prima guerra mondiale, sicuramente più corretto, ma perché in nessuna guerra di tutti i tempi ci sono stati 16 milioni di morti (di cui 9 milioni di militari, 5 milioni tra le forze alleate e 4 negli imperi centrali, e 7 milioni di civili) e 20 milioni tra feriti e mutilati. Parliamo quindi dell’1,25% di morti sulla popolazione delle forze alleate (806 milioni) e il 5% negli imperi centrali (su una popolazione totale di 143 milioni). Molti venivano anche dalle colonie francesi, belghe etc. Parliamo di 6000 morti al giorno. La sofferenza e la paura, la tristezza e il senso di inutilità erano tali che la corrispondenza con le famiglie è stata numerosissima; parliamo di 4 miliardi di lettere inviate a casa dai militari. Fame, malattie e invalidità sono stati tali da portare la facoltà di medicina sul campo. Li c’era un tirocinio continuo per i giovani studenti di medicina e si rendeva utile per la vicinanza e semplicità di accesso. Ovviamente i numeri riportati per quanto riguarda gli ebrei non è un numero definitivo perché ai tempi un soldato non era qualificato come “ebreo” nella sua scheda. Pertanto molte ricerche sono state fatte negli archivi delle Comunità ebraiche e sulla base delle persone allontanate nel periodo delle leggi razziali. Per dire quanto gli ebrei fossero integrati e attivi nella vita pubblica italiana, segnalo che non meno di 235 ebrei entrarono nell’esercito sardo nel 1848, 260 nel 1859, 11 facevano parte della spedizione dei Mille sbarcata a Marsala, e almeno 236 erano nelle forze che nel 1870 entrarono in Roma. La partecipazione ebraica al consolidamento delle istituzioni è confermata dal numero di 700 ufficiali in servizio permanente nell’esercito italiano nel 1895. Molti di essi avevano ruoli importanti come Giuseppe Ottolenghi, che nel 1902 diventò ministro della guerra. Anche nei ruoli politici gli ebrei erano numericamente presenti (20 senatori nel 1902). Nel 1920, 3259 ebrei lavoravano nelle Amministrazioni dello Stato (846 insegnanti, 532 Poste, 398 magistratura, 470 Finanze e Tesoro, 317 agli interni, 267 nell’esercito e 117 nella marina). A fronte di tutto ciò le Comunità israelitiche si assottigliavano probabilmente per la alta assimilazione e integrazione e quindi disaffezione. Trentasei generali nella prima guerra mondiale e 6 generali o ammiragli nella marina. Gli storici dicono che a grandi assimilazioni sono succedute grandi persecuzioni, vedi il caso della Spagna del 1492 e la Germania del 1938, ciascuna con le relative conseguenze. Ma di tutto ciò hanno parlato persone più competenti di me. Concludo dicendo che voglio ringraziare tutti coloro che sono intervenuti e anche quelli che non hanno potuto intervenire. Ringrazio la CRI che ci ha aperto i suoi archivi e ci ha dato tanti documenti. È stata una organizzazione lunga e faticosa, ma io non mi ero mai occupata di questo argomento ed era tutto nuovo per me. Abbiamo intenzione di pubblicare gli atti di questa giornata di studio online per vari motivi che mi sembrano molto più importanti del fattore economico che comunque non è irrilevante. In primo luogo sono consultabili da chiunque, poi si possono inserire tutte le figure che vogliamo. Poi, ma per me il più importante, altri dati potranno essere aggiunti man mano che se ne viene a conoscenza. Questo perché noi abbiamo elenchi di tutti i medagliati, ma non sappiamo nulla o quasi dei soldati semplici o di coloro che sono morti prima di avere una medaglia. Io vorrei che il testo che ne uscirà siano sì degli atti del convegno ma anche una raccolta di tutti i documenti sparpagliati nei vari archivi/ case/biblioteche. Sarà un grande lavoro ma vi prego di aiutarci. Così onoreremo la memoria di tanti caduti o feriti che si sono battuti per l’Italia. Gli ebrei dicono e scrivono sulle loro tombe “Sia la sua memoria di benedizione”. E cosi sia. (nell’immagina militari ebrei nella Grande guerra)
Rosanna Supino, presidente Associazione Medica Ebraica
Pagine Ebraiche, febbraio 2017