IDENTITA’ Jüdisches Museum Berlin: la Grande Guerra, le sue memorie in rete

museo ebraico berlinoDodici storie, per commemorarne 12mila. Così il Museo ebraico di Berlino ha scelto di ricordare il centesimo anniversario dalla approvazione dello Judenzählung, il “censimento degli ebrei” che servivano nell’esercito tedesco, decisa dal Ministero prussiano della Guerra il 12 ottobre 1916, in risposta a velenose calunnie che circolavano nei loro confronti, secondo cui i cittadini di religione ebraica non adempievano al loro dovere di soldati. Spiega il sito del Museo che la notizia provocò grande indignazione nella comunità tedesca, fra le forze in campo e tra i civili, e i suoi risultati non furono pubblicati durante la guerra. Studi e statistiche usciti e partire dagli anni ‘20 indicano comunque che i caduti ebrei furono 12mila. Oggi, disponibili sul portale dell’istituto sono dodici i volti e le biografie che vogliono rendere omaggio a tutti gli altri. Come quelli di Otto Rothman, che sorride giovanissimo sotto l’elmo a punta, spazzato via a 18 anni dopo essersi arruolato volontario, in ossequio alla grande tradizione della sua famiglia, con il nonno Oscar che era stato medico militare in tre guerre (1864, 1866 e 1870). Nella scheda dedicata a Otto c’è la sua foto di bambino vestito alla marinara, solo pochi anni prima della scomparsa, la sua lapide nel cimitero di Schönhauser Allee a Berlino e quella delle 9 medaglie al valore conquistate da Oscar. Sul sito si trova anche la storia del capitano Georg Meyer, classe 1873, che nel suo diario commentò la decisione del Judenzählung, scrivendo “è come se avessi ricevuto uno schiaffo in pieno viso”. Meyer, figlio del rabbino capo di Hannover e pluridecorato, morirà due mesi dopo questa annotazione, nel dicembre 1916. Senza vedere dunque ciò che la Germania sarebbe presto diventata.
Il rapporto tra identità ebraica e Prima Guerra Mondiale è un tema centrale per capire cosa fu il XX secolo in Europa. Per rievocare il centenario del conflitto che percosse il Vecchio Continente e il resto del globo dal 1914 (15 in Italia) al 1918 sono tante le iniziative in tutto il mondo. In Italia, dopo la mostra “Prima di tutto italiani. Gli ebrei romani e la Grande Guerra” al Museo ebraico di Roma, e quella fotografica “1915/1918 Noi c’eravamo. Gli Ebrei italiani e la grande guerra” al Museo Ebraico di Bologna, si aspetta per il prossimo settembre una grande rassegna sull’argomento a cui stanno lavorando in collaborazione la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano e la Fondazione Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara. Il Jüdisches Museum Berlin mantiene il primo conflitto mondiale tra le tematiche che suggerisce di approfondire sul suo sito, ricordando anche la mostra “La Prima Guerra Mondiale nella memoria ebraica” organizzata nel 2014. Per quella iniziativa, così come per la mostra in cantiere in Italia, un apporto decisivo è arrivato da foto e ricordi di famiglia. A dimostrazione di come per ricomporre la Storia, riscoprirne le storie diventa sempre più essenziale.

Rossella Tercatin