Qui Torino – La Memoria in musica

20170302_191831Un concerto unico nel suo genere quello che si è tenuto giovedì pomeriggio negli spazi del polo del ‘900 di Torino. Al pianoforte il maestro Francesco Lotoro, impegnato nella letteratura pianistica e non solo, prodotta durante gli eventi più drammatici del XX secolo e autore dell’Antologia Musicale Concentrazionaria (editrice Rotas, 2015), volume che raccoglie le opere musicali scritte in cattività civile e militare, durante la seconda guerra mondiale. I numeri fanno riflettere: “Si tratta di una raccolta di 8000 mila opere e 1200 documenti tra cassette, videocassette, diari e microfilm – spiega Lotoro – tutti materiali prodotti nell’arco di vent’anni, dal 1933 al 1953, anno della morte di Stalin”.
Ad organizzare l’evento Ermanno Tedeschi, curatore della mostra “Ricordi futuri 2.0” a cui il concerto è legato. La volontà del curatore è stata appunto quella di contornare il periodo dell’esposizione di eventi significativi, occasioni irripetibili per riflettere sul tema della Memoria e sul come divulgarla al meglio attraverso diverse forme d’arte. “La memoria attraverso l’arte è sicuramente la memoria che rimarrà alle generazioni future”, commenta il curatore. Accanto a lui Guido Vaglio, in rappresentanza del Polo del ‘900.
In questo ultimo incontro è stata appunto scelta la musica come trainante del ricordo. A risuonare, attraverso prima il lavoro di ricerca, poi di studio e infine di riproposizione tramite i tasti del pianoforte del Maestro Lotoro, sono le note di alcuni compositori che scelsero la via di fuga dell’intelletto verso la musica e la composizione. Un diversivo contro la crudeltà degli uomini, contro l’annientamento dell’animo e del corpo, un tentativo di volo verso la salvezza, una salvezza fatta di notte, di suoni, d’arte. Ed è così che Francesco Lotoro fa rivivere Emile Goue, Rudolf Karel, Jozef Kropinski, Karel Berman, Felix Werder, Robert Lannoy, Ilse Herlinger Weber, dando loro voce attraverso la musica.
Emile Goue, era un compositore francese arruolato nell’esercito come tenente di artiglieria. Dopo l’armistizio viene internato in un campo dove partecipa all’attività culturale e musicale. Liberato nel ‘45, torna a Parigi , ma muore poco dopo a causa di una malattia contratta durante il periodo di prigionia. Rudolf Karel viene arrestato nel 1941 in quanto membro della Resistenza cecoslovacca. Negli di prigionia Karel compone numerose opere grazie alla collaborazione di un guardiano che gli forniva fogli di carta igienica incollati tra loro che successivamente nascondeva fuori dal carcere. Scoperto il meccanismo per portare all’esterno della prigione le sue composizioni, viene trasferito a Theresienstadt, dove morirà nel 1945 per ipotermia. Jozef Kropinski, arrestato dalla Gestapo per sabotaggio e agitazione politica, viene immediatamente spedito ad Auschwitz. Poi trasferito a Buchenwald, campo dove le persone venivano uccise per strangolamento e poi i cadaveri venivano dissezionati. Questo ultimo passaggio spettava proprio a Kropinski, il quale compone di notte per evadere dal suo orribile compito. Scrive in tutto 440 opere. Di queste ad oggi ne rimangono solo un centinaio, le altre partiture vengono bruciate dallo stesso autore per sopravvivere al freddo durante la marcia della morte. Karel Berman, pianista e compositore, viene arrestato e trasferito a Theresienstadt dove scrive un’opera “Scarafaggi “. Poi trasferito ad Auschwitz, sopravvive solo per aver mentito sul suo lavoro: dichiara di essere un operaio e non un musicista, altrimenti il suo destino sarebbero state le camere a gas. Felix Werder, ebreo tedesco, chiede asilo in Gran Bretagna. Con passaporto tedesco però viene imbarcato per l’Australia, dove rimane fino alla morte nel 2005. Penultimo pezzo è di Robert Lannoy, arruolato nell’esercito francese, viene poi arrestato dopo diversi tentativi di evasione e condotto in un campo d prigionia in Cecoslovacchia, dove compone diverse opere. Infine Ilse Herlinger Weber, poetessa e compositrice condotta insieme al marito prima a Theresienstadt, dove si occupa dei molti giovani e per loro compone diversi brani. Poi il trasferimento a Birkenau dove trova la morte nelle camere a gas. Il marito, prima del trasferimento era riuscito a nascondere le opere della moglie in una colonna di legno del maneggio Theresienstadt. Sopravvissuto, torna nel campo e ritrova tutte le opere della moglie. Ad accompagnare le note suonate da Lotoro, il testo scritto dalla stessa Ilse Herlinger Weber, cantato dalla giovane Rachele Tedeschi.

Alice Fubini

(5 marzo 2017)