Qui Venezia – La giornata di studioIl mondo e i suoi ghetti
Inaugurazione questa mattina della nuova sala Montefiore della Comunità ebraica di Venezia in occasione della 40esima edizione della Giornata di Studio, occasione annuale per affrontare un aspetto dell’ebraismo nelle sue varie sfaccettature. Tema di quest’anno “Ghetto e Ghetti nel mondo”, una lettura analitica sul temi dei Ghetti e dei quartieri ebraici attraverso gli interventi di rav Robert Bonfil, rabbino e professore emerito dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Reinhold Mueller, storico medievalista già docente di Storia economica e sociale del Medioevo a Ca’ Foscari, Stefano Zaggia, professore associato in Storia dell’Architettura all’Università di Padova, Francesca Bregoli del Queens College of the City University di New York, Emanuela Trevisan Semi, docente di Lingua e letteratura ebraica contemporanea all’Università di Ca’ Foscari di Venezia e l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis. A moderare l’incontro, Enrico Levis (sessione della mattina) e Riccardo Calimani (sessione pomeridiana).
La data del 29 marzo 1516 è un momento forte della storia ebraica nel suo complesso. Il decreto del Senato della Repubblica Veneta che destinava agli ebrei una porzione della città, nella contrada di S. Girolamo – sede in precedenza di una fonderia semi-abbandonata – costituiva un tornante significativo per tutti gli ebrei, non solo veneziani. Questo perché, dopo tante espulsioni o conversione forzate, in analogia con quanto avvenne nella città lagunare, da allora un po’ dappertutto nei Paesi del Mediterraneo si moltiplicarono i Ghetti che davano asilo a quanti erano obbligati a risiedere in una ben precisa zona recintata della città.
“Grazie all’apporto di studiosi autorevoli – spiega Enrico Levis consigliere della Comunità ebraica con delega alla cultura – avremo modo di mettere a confronto in primo luogo la storia degli ebrei di Venezia e del Veneto con realtà meno note come quella di Livorno che non rinchiuse mai gli ebrei in un ghetto: a dispetto del persistere di persecuzioni e di pregiudizi di natura religiosa, il porto toscano ha rappresentato per molti versi un punto nodale alternativo a Venezia negli scambi economici e culturali non solo nel Mediterraneo e nel Nord Europa ma persino anche nella lontana India. Passeremo poi a considerare il Marocco, altro polo mediterraneo ricco di storie e di traffici, pur in un mondo diviso da conflitti politici e fratture confessionali”.
(5 marzo 2017)