…interrogativi

Non vorrei essere un ebreo americano, in questo momento. Le minacce quasi quotidiane di attentati a centri ebraici di aggregazione, i cimiteri violati, certe incaute affermazioni e certi significativi silenzi politici sulla Shoah stanno sollevando fra gli ebrei americani interrogativi che non avevano mai avuto bisogno di porsi prima. L’incertezza che si sta diffondendo fra di loro non era mai stata sentita in modo così acuto. La si legge sulla stampa, te ne scrivono gli amici.
L’ebreo americano si era illuso. Il sogno è finito. È tempo anche per lui di chiedersi che cosa si possa considerare giusto e accettabile. E che cosa non lo sia, e non lo sia mai stato. Questo inaspettato e indesiderato miracolo sembra averlo fatto l’elezione di Trump a presidente dello stato sinora più invidiato del pianeta. Nessuno può gioirne. Nessuno ha il diritto di complimentarsi con chicchessia. Si può solo sperare che qualche cosa cambi, e cambi presto. Per loro e per noi.

Dario Calimani, Università Ca’ Foscari Venezia

(7 marzo 2017)