MEMORIA Edmond che visse nella foresta

edmond copAharon Appelfeld / IL PARTIGIANO EDMOND / Guanda

Nel corso della Seconda guerra mondiale, il giovanissimo Edmond riesce a fuggire da un campo di sterminio e a raggiungere alcuni partigiani ebrei che tentano di resistere all’esercito tedesco nascondendosi nella foresta ucraina.
Sotto il comando del loro leader, Kamil, questo gruppo di uomini, donne e bambini lotta contro il freddo e l’estrema miseria, organizzando agguati ai danni dell’esercito tedesco e deragliamenti di treni. Perché il loro scopo non è solo quello di sopravvivere, ma è anche, e soprattutto, quello di salvare il proprio popolo e raggiungere “la vetta”, il luogo tanto geografico quanto spirituale della loro realizzazione.
È questa la trama dell’ultimo romanzo di Aharon Appelfeld, “Il partigiano Edmond”, che riecheggia alcune delle tematiche già narrate dall’autore nei suoi libri precedenti, e in particolare in “Storia di una vita”: Appelfeld infatti, a dieci anni, nell’autunno del 1942, trovò la maniera di evadere da un campo di concentramento in Moldavia e lungamente visse alla macchia, nelle foreste, tra gruppi di marginali e bande di criminali.
“Tutto quello che ho scritto è parte della mia esperienza”, ha dichiarato Appelfeld all’Ansa. “Durante la seconda guerra mondiale, ho passato due anni nella foresta. Avevo nove anni e sono stato rapito da una banda di criminali ucraini. Ho cambiato alcuni nomi e luoghi, ho spostato le cose nel tempo e nello spazio, ma tutto nasce dalla mia esperienza”.
Di Appelfeld sono usciti in Italia, oltre a Storia di una vita, Badenheim 1939, Paesaggio con bambina, Un’intera vita, Oltre la disperazione, L’amore, d’improvviso, Notte dopo notte, Il ragazzo che voleva dormire, Fiori nelle tenebre, Una bambina da un altro mondo. Il partigiano Edmond, edito da Guanda, è stato tradotto da Elena Loewenthal.

mdp