Tritacarne
Nel suo bel libro “Tritacarne”, la giornalista Giulia Innocenzi racconta la realtà spesso orribile degli allevamenti intensivi e del ciclo industriale della carne (già il fatto di parlare di “industria” è indicativo: si parla sempre di esseri viventi!). Spiega e descrive le contraddizioni di questo settore, la condizione agghiacciante degli animali, la parzialità o l’assenza dei controlli (altro che dieta mediterranea!), i danni per l’ambiente e i rischi giganteschi per la salute attraverso l’acqua che beviamo o l’aria che respiriamo.
Alla fine del testo, in un’appassionata difesa delle ragioni del vegetarianismo, Innocenzi confessa anche le proprie contraddizioni, che sono poi quelle di ognuno di noi. Il sottoscritto è vegetariano da circa nove anni ma, come ho sempre dichiarato, non sempre riesco a essere praticante; e quando leggo le sofferenze animali nascoste dietro al latte, al formaggio e alla mozzarella di bufala, mi impaurisco pensando di dover rinunciare anche a questi alimenti così gustosi.
Poiché però siamo esseri umani, e la perfezione non è di questo mondo, il volume si conclude con due proposte concrete: etichettatura efficace dei prodotti, in modo che il consumatore possa conoscere sempre da dove proviene l’animale che mangia e come questo ha vissuto; telecamere nei macelli, come già stabilito in Francia, per evitare inutili e vergognose torture agli animali che stanno per essere uccisi (ma perché non negli allevamenti?). Della scelta francese parlai su queste colonne il 16 settembre dello scorso anno, aggiungendo una ulteriore proposta, cioè l’istituzione di una commissione nazionale (vera, indipendente, non sottomessa alle categorie) sui macelli (e sugli allevamenti).
Come sempre, giova ricordarlo: non si vogliono criminalizzare produttori, allevatori e lavoratori, né tantomeno i consumatori. Si vogliono garantire quelli che rispettano le regole, e tutelare tutti noi che spesso non siamo abbastanza informati ma che rischiamo di ammalarci mangiando carne.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
(7 marzo 2017)