Ester…

Ricorre domani il Digiuno di Ester, quest’anno anticipato rispetto alla sua data naturale in quanto la vigilia di Purim cade di Shabbat. Il digiuno ricorda la prolungata astensione da ogni cibo e bevanda che, come narrato nel testo biblico, la regina Ester impone a se stessa e a tutti gli ebrei della capitale del regno di Persia, prima di presentarsi al re per invocare la salvezza del popolo ebraico. Con queste iniziative Ester interviene in modo decisivo negli eventi, rovesciando totalmente il carattere sottomesso e poco coinvolto precedentemente messo in luce.
Il ruolo particolarmente attivo di Ester è evidenziato anche nella conclusione del testo della Meghillà, laddove si ricorda l’iniziativa di Ester, cui si associa Mordekhay, di ribadire per iscritto l’importanza di celebrare gli eventi che avevano dato origine alla festa di Purim: “La regina Ester figlia di Avichail insieme a Mordechay l’ebreo scrisse energicamente per convalidare questa seconda lettera di Purim” (Ester 9,29). Il Talmud (Talmud B. Meghillà 7a) spiega che questa lettera di Ester suscita una discussione con i Maestri; questi non erano affatto convinti dell’opportunità di diffondere una festa che si accompagna al ricordo di parecchi morti persiani uccisi dagli ebrei. Certo, le vittime erano degli aggressori, gli ebrei si erano semplicemente difesi, la risposta armata si era resa necessarie a seguito del decreto di sterminio suscitato contro di loro dal ministro Haman, era stato poi lo stesso sovrano persiano ad autorizzare gli ebrei a rispondere ad ogni attacco violento, tuttavia i Maestri temevano: “Diranno di noi che facciamo festa per i morti!”. La regina è costretta a ribadire “guardate che è già tutto scritto negli annali del regno di Persia”. A quanto pare ci voleva una donna come la regina Ester a ribadire che, quando ci difendiamo con onore e mezzi legittimi, non c’è proprio niente da nascondere, tanto meno di cui vergognarsi. Il timore di ciò che altri potrebbero pensare non ci deve indurre a prendere le distanze dalla nostra storia e dai valori che essa ci trasmette, in questo caso la storia ci parla di una salvezza raggiunta con un intreccio di eventi apparentemente casuali ma dietro i quali gli ebrei riconobbero chiaramente la mano divina, una salvezza così inconsueta e straordinaria che, ricorda ancora il Talmud, portò gli ebrei a riaffermare la loro fiducia nel Signore e nella Torah con una volontà ancora più forte, libera ed esplicita di quella espressa a suo tempo al Monte Sinay. Tutto questo non poteva essere messo da parte nel timore che i nemici d’Israele sollevassero altre malignità. Tanto – possiamo ben dire noi oggi – a colpevolizzarci e condannarci solo perche ci difendiamo, c’è sempre qualcuno che ci pensa, comunque.

Giuseppe Momigliano, rabbino

(8 marzo 2017)