I giovani, la religione, il futuro
Un documentario per lasciare il segno
Dieci anni fa un gruppo di bambini cattolici, ebrei e musulmani raccontava il proprio rapporto con la religione in un documentario di Gualtiero Peirce intitolato ‘Primo giorno di Dio’. Cosa sono diventati oggi quei bambini? E, da adolescenti, come vivono il rapporto con la fede?
Le risposte nel documentario ‘Almeno credo’, opera nuovamente di Peirce, che andrà in onda stasera alle 21.05 su Tv2000. Domande, incontri, riflessioni su temi di stringente attualità. Sogni e inquietudini delle nuove generazioni alle prese con le complesse sfide del quotidiano. Un viaggio mai banale che, tra le varie tappe, tocca anche le aule della scuola ebraica romana.
“Avevo paura che da adolescenti perdessero la spontaneità dei bambini, che non avrebbero raccontato con la stessa forza. Sentendoli parlare mi hanno tolto dalla testa questo povero pensiero e restituito invece il pensiero di giovani che credono in Dio, nella vita che sboccia, nel futuro e negli altri, senza riserve” ha sottolineato Peirce intervenendo durante la conferenza stampa di presentazione del documentario alla Filmoteca Vaticana. Iniziativa cui ha partecipato tra gli altri anche la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, che ha invitato a prendere spunto dalle parole di questi ragazzi “per semplificare un mondo che, da adulti, troppo spesso complichiamo”.
“È significativo – ci spiega Paolo Ruffini, direttore di Tv2000 – che questo documentario ci permetta di riprendere il filo di quello che siamo, in un mondo in cui il filo sembriamo perderlo molto spesso e in cui appariamo sempre meno capaci di cogliere lo scorrere del tempo, l’esistenza dell’Altro e persino il fatto che i nostri stessi bambini crescano ed evolvano”. Il lavoro di Peirce aiuta quindi a fissare alcuni punti fondamentali. A riconoscerci nelle nostre vite, ma anche a stabilire un confronto e un dialogo il più possibile costruttivo con chi abbiamo vicino. “È fondamentale che questo messaggio arrivi dai giovani protagonisti di ‘Almeno credo’. Ragazzi in gamba, di una grandezza infinita, che agli adulti lasciano un bagaglio di insegnamenti preziosi. In particolare che la difesa dell’identità non passa mai dall’odio, dalla violenza, dalla negazione”.
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(9 marzo 2017)