…memoria

Fare didattica della Memoria è uno dei grandi temi che impegnano oggi le istituzioni pubbliche, i centri culturali e le fondazioni di ricerca. Il tema ha assunto una funzione prioritaria, e si moltiplicano (con non poche criticità) le giornate dedicate alla riflessione su eventi tragici del recente passato con l’idea di trarne insegnamenti per la gestione della nostra contemporaneità. Quasi mai, purtroppo, ci dimostriamo nelle nostre vite presenti sufficientemente preparati a questa sfida. Spesso adottiamo comportamenti inadeguati a onorare la Memoria del recente passato, e ancor più spesso le classi dirigenti dimostrano un’attenzione più di facciata che sostanziale. Una delle ragioni di fondo di questa debolezza, mi sembra risiedere nel mutamento di senso che la società ha dato negli ultimi anni al concetto di memoria. La riflessione è infatti iniziata con un confronto/scontro fra i concetti di memoria, ricordo e storia, su cui un’intera generazione di studiosi si è esercitata nei decenni passati. Oggi tuttavia chi riflette sulla questione della memoria non può più limitarsi a interrogare il suo aspetto meramente storiografico, ma si deve misurare con altre discipline scientifiche che sul tema hanno molto da dire. Le neuroscienze, la psicologia nelle sue varie declinazioni, il mondo dell’informazione, l’universo dei social media, la giurisprudenza, la pedagogia, la drammaturgia e il mondo dell’espressione artistica (cinema, arti espressive) sono tutte discipline che vanno consultate e interrogate, per costruire un progetto di didattica della Memoria che, pur facendosi forte di una solida conoscenza storica, possa sperare di incidere nelle coscienze delle giovani generazioni.

Gadi Luzzatto Voghera, direttore CDEC

(10 marzo 2017)