Oltremare – Kikar HaMedinà

fubiniNelle città ci sono sempre luoghi che l’urbanista di turno ha pianificato con un pensiero ben chiaro in testa, e che la realtà ha trasformato in qualcosa di completamente diverso. Un po’ come quegli alberi che crescono avviluppando nel loro tronco un cancello, una buca delle lettere, un palo della luce: anarchia della natura o dei luoghi. A Tel Aviv un esempio è Kikar HaMedinà, l’unica piazza davvero tonda della città, perfino libera del traffico che le gira intorno e non forma alcun incrocio di linee rette, causando non pochi giri a vuoto di automobilisti che perdono il conto dell’uscita giusta e ritentano, finchè non la trovano e escono finalmente dalla centrifuga. Kikar HaMedinà vorrebbe essere la piazza principale di Tel Aviv e non lo è. Intanto perchè è troppo lontana dalla spiaggia, e poi perchè i negozi carissimi che vi si affacciano vanno bene per lo shopping selvaggio con carta di credito rubata, giammai propria, ma non attirano alla fermata e alla chiacchiera. Poi perchè i cerchi concentrici di cui è formata confondono il telavivese che non capisce se deve usarla come giardino, ma è troppo terrosa per essere un giardino; o come un luogo di ritrovo, ma non ha neanche un chiosco come tutte le altre piazze o slarghi anche molto meno perfettamente rotondi; o come spazio in cui portare il cane a fare i suoi bisogni, ma non ha lo spazio dedicato in cui far correre i cani, e quindi anche per questo uso è inutile. Insomma, la piazza ha un serio problema di personalità, ogni giorno dell’anno a parte Purim. A Purim, tutte le entrate vengono chiuse ad ogni traffico a partire dalle due ruote, e Kikar HaMedinà si riempie di un fiume immane di israeliani dagli zero anni in su, in maschera: si riversano a fiotti da ogni stazione di treni o autobus, ballano per tutta la giornata in una specia di rave diurno, o estremo after-hour, e danno così un senso alla piazza, che ci mette poi un anno intero a riprendersi della sbornia, ma ne valeva la pena.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(13 marzo 2017)