Haim Abrahami (1925-2017)
Per partecipare a quell’impresa, chiese a un suo amico rabbino di falsificargli il documento con l’anno di nascita: non più 1925, ma 1924. Ufficialmente, era maggiorenne. Nessuna autorità di Sua Maestà avrebbe più potuto più impedirgli di arruolarsi alla Brigata Ebraica, il corpo di eroici volontari che dalla Palestina mandataria, al fianco dei soldati inglesi, si ritagliarono un ruolo decisivo nella liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Haim Abrahami ci ha lasciati, uno degli ultimi soldati della Brigata ancora in vita. Viveva da tempo in Italia, nei pressi di Lucca, dove si era trasferito definitivamente a partire dagli Anni Ottanta. La sua bandiera, quella della Brigata, l’ha accompagnato anche in occasione dell’ultimo saluto, a Livorno, nel cimitero ebraico cittadino.
Un vero combattente fino all’ultimo, raccontano i figli. Nonostante una malattia incurabile, proseguiva nelle sue attività quotidiane senza mai lamentarsi, sempre col sorriso sul volto.
Eppure ne aveva viste tante: la Seconda Guerra Mondiale, e poi a stretto giro quella del ’48 per l’indipendenza di Israele e nel ’56 la crisi di Suez. Ricordava spesso quei giorni, condividendo emozioni, angosce, speranze. Come nel 2015, quando aveva partecipato alla solenne commemorazione per i caduti della Brigata al cimitero di Piangipane.
Sia il suo ricordo di benedizione.
a.s twitter @asmulevichmoked
(14 marzo 2017)