LETTURE Un ricordo delle Hit Parade
“Settimana fondamentale a Hit Parade”. Così ripeteva, ogni settimana, Lelio Luttazzi in veste di voce prestata al programma radiofonico che dal 6 gennaio 1967 e per molti anni dava conto della classifica delle vendite dei 45 giri in Italia. Avevo tredici anni, e per una serie di coincidenze che ancora oggi non so se fossero fauste o infauste, la consideravo un male in sé e per gli effetti che produceva. Non era tanto la questione della inesattezza – o dell’imbroglio – che mi infastidiva, quanto quell’aggettivo che, ripetuto ogni dannata volta, smentiva se stesso, istituendo però in me una sana diffidenza nei confronti di ogni iperbole.
Capivo allora, come ancora oggi, le leggi dello spettacolo che obbligano a sopra o sotto valutare. Allora però confondevo l’arte con lo spettacolo: ora non più – e ne sono lieto perché solo così posso canticchiare una canzonetta e ascoltare Bach. I miei Esercizi sono nati così, per saggiare un disco o un libro come fosse un cibo, per cercare di sentire e capire – masticando a lungo prima di deglutire. Molte letture e molti ascolti ho digerito da allora, e ognuno di loro ha contribuito a formare il mio gusto – e il mio disgusto. Quando ho messo per iscritto il mio primo esercizio, sul giornale del Ginnasio, era il 1968; quando l’ho detto alla radio – in una trasmissione della sede regionale della RAI per il Friuli Venezia Giulia, era il 1969. Oggi, metà marzo 2017, quello che state leggendo è il mio ultimo Esercizio in Pubblico. Non è dedicato a un testo o a un film, a un ascolto musicale o a una visione teatrale, ma è il solo dei diecimila che ho il diritto di definire fondamentale.
Grazie a tutti coloro i quali mi hanno consentito di condividerli – ultimo solo in ordine cronologico, e dunque più rilevante di tutti, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale.
Buon proseguimento, state bene se potete.
Valerio Fiandra