Poveri noi
In televisione non si parla d’altro che di legittima difesa. Sera e mattina. Pare che in Italia il problema principale sia poter sparare a chiunque si introduca illegalmente nella propria abitazione o nel proprio negozio. Una cosa orribile, sia chiaro. Un’esperienza che nessuno vorrebbe fare.
Dunque si intervistano commercianti, tabaccai, anziani aggrediti, vip rapinati. E poi naturalmente parlano quelli che avevano una pistola e l’hanno usata. Chi ha ammazzato, involontariamente, è molto richiesto in tv perché se hai solo ferito, in effetti, la storia non c’è: se sei un ladro e ti colgono sul fatto e ti feriscono, in effetti, dove è la notizia? Per essere televisivamente appetibile devi perlomeno avere un morto sulla coscienza.
Quindi scatta la diatriba destra e sinistra, tra chi vorrebbe dare armi a tutti e chi no. Con un problema: se tutti possono avere la pistola, il primo ad acquistarla non sarà proprio il ladro? E non sarà lui ad averla già carica, già in pugno, nonché il più svelto a usarla?
Non possono mancare, chiaro, i paesani in collegamento. La vecchietta che incita al massacro, il macellaio già pronto con gli strumenti del suo mestiere.
Il conduttore sobilla tutti. Fa finta di placare ma in realtà gode ogni volta che i toni si alzano e il pensiero si attenua.
Alla terza trasmissione in cui incappavo di questo tenore, in collegamento telefonico la prima e unica voce di buon senso: un uomo, dopo aver ammazzato per difendersi, dichiarava semplicemente che da allora – nonostante l’assoluzione – la sua vita non è stata più la stessa.
Evviva. E poveri noi.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi
(14 marzo 2017)