Ombre nere su Marine Le Pen I saluti nazisti del fedelissimo
Un’inchiesta congiunta di Mediapart, Marianne e la trasmissione Envoyé Special della tv pubblica France 2 hanno prodotto un libro e un documentario che contraddicono anni di narrativa del Front National di Marine Le Pen sul nuovo partito normalizzato, che si vuole lontano dall’estrema destra e dal negazionismo caro al padre Jean-Marie. “Se usiamo il termine di neo-nazista a proposito di Frédéric Chatillon, ci sbagliamo solo quanto a ‘neo’”, affermava l’ex militante del Gud (Groupe Unione Défense, formazione di estrema destra francese legata agli ambienti del Front National) Denis Le Moal, in una deposizione rilasciata alla polizia nel 2014 a proposito del suo ex capo Chatillon, oggi responsabile della comunicazione di Marine Le Pen e, spiega il Corriere della Sera, considerato il suo più potente e ascoltato consigliere. Un altro ex componente del Gud, parlando a volto coperto alla televisione francese, ha riferito delle riunioni a cui partecipava anche Chatillon. “Più il gruppo è ristretto più ci si lascia andare a saluti nazisti, alle svastiche. Hitler veniva chiamato Ton-ton, zio, e a Chatillon mancavano solo i baffetti”. II testimone continua: “II negazionismo è onnipresente. Ridevano di Auschwitz, dicevano che c’era un campo di calcio e la piscina per gli ebrei, con il tono ‘non ne abbiamo ammazzati abbastanza’”. Il Corriere spiega poi che secondo Aymeric Chauprade, ex braccio destro di Marine Le Pen per la politica internazionale, filo-israeliano uscito dal Front National nel 2015 proprio in polemica con Chatillon e il suo gruppo, sono questi ultimi in realtà ad ad avere in mano la struttura del partito.
Francia, l’attacco del maniaco delle armi che voleva un’altra Columbine. Sono sette i ragazzi rimasti feriti nella sparatoria avvenuta in un liceo di Grasse, in Provenza: tre in modo non grave da proiettili di piombo e altri quattro alunni nella calca. A sparare, Kilian Barbey, diciassettenne che frequentava il penultimo anno del liceo, senza problemi particolari segnalati, e che non era noto alle autorità. Le autorità hanno escluso il movente terroristico. Il ragazzo era entrato nella scuola armato di un fucile a pompa, due pistole e due granate ma non è ancora chiaro se tutto l’arsenale fosse davvero operativo. È stato il preside a fermarlo quando l’ha visto puntare l’arma verso i ragazzi. Hervé Pizzinat, definito “eroe” dalla ministra dell’Istruzione, si è gettato contro il giovane per tentare di neutralizzarlo. Nonostante fosse colpito al braccio sinistro, il direttore dell’istituto ha continuato a parlare a Kilian tentando di convincerlo a deporre le armi. Il ragazzo si è finalmente fatto arrestare dalla polizia senza opporre resistenza (Repubblica).
Associazione biblisti italiani, le parole del presidente. Dopo le polemiche e le proteste del mondo ebraico per un titolo offensivo come “Israele, popolo di un Dio geloso. Coerenze e ambiguità di una religione elitaria” che era stato scelto per una delle sessioni del convegno dell’Associazione biblica italiana in programma a Venezia il prossimo settembre, il presidente dell’Abi Luca Mazzinghi spiega la sua versione riguardo alla questione. Intervistato da Avvenire (che spiega che il titolo è stato cambiato “come forma di attenzione e sensibilità e per evitare letture fuorvianti”), Mazzinghi afferma che “L’aver interpretato, da parte di alcuni, il tema del convegno in chiave antiebraica va contro ogni nostra intenzione, lo dico con molta forza. Dalla nostra Associazione è sempre stata assente ogni ombra di antisemitismo, che noi ripudiamo nel modo più assoluto. Aggiungo che molti dei nostri membri sono impegnati in prima persona nel dialogo ebraico-cristiano”.
Progetti d’Europa. Nell’anniversario dei Trattati di Roma, il Corriere intervista la presidente della Camera Laura Boldrini secondo cui le celebrazioni sono “l’occasione per far comprendere ai cittadini – specialmente ai giovani, che li danno per scontati – i benefici che la Ue ha portato. Ma anche un momento per capire come andare avanti, il rischio è che l’immobilismo di alcuni diventi la paralisi per tutti”.
Torino e la danza gaga. “Ohad Naharin ha creato «Hora» nel 2009 per la Batsheva Dance Company, la più acclamata compagnia di danza israeliana che il pluripremiato coreografo dirige da venticinque anni. L’ha portata ovunque nel mondo e poi per la prima volta ha concesso ad un’altra compagnia i diritti per rappresentarla. Ed è con il Balletto del Teatro Nazionale di Saarbrücken, la cittadina tedesca sulle rive della Saar, che la vedremo al Teatro Astra, ospite di Palcoscenico Danza mercoledì 22 marzo alle 19 e giovedì 23 marzo alle 21” (La Stampa – Torino Sette).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(17 marzo 2017)