Paganesimo e laicità

anna segrePer l’ennesima volta, mentre interrogo sulla Commedia mi rendo conto che gli allievi colgono molto più facilmente le citazioni da testi greci e latini, anche poco noti, di quelle bibliche. Del resto quasi tutte le edizioni scolastiche vanno nella stessa direzione, tralasciando spesso riferimenti evidenti al Vecchio e al Nuovo Testamento. Dico scherzando (ma forse non troppo) che al liceo classico domina ancora il paganesimo. Un’allieva mi risponde che probabilmente si tralasciano volutamente temi religiosi per evitare polemiche come quelle continuamente sollevate (dice lei) su crocifissi o presepi in classe. Le rispondo che dal mio punto di vista non è affatto la stessa cosa perché in un caso si tratta di contestualizzare e comprendere adeguatamente i testi letterari perché possano essere patrimonio di tutti, nell’altro caso si impone forzatamente un’identità collettiva allo scopo di far sentire qualcuno fuori posto; anzi, il fatto che si lotti per imporre presepi e crocifissi nelle stesse classi in cui si tralasciano allegramente riferimenti obbligati a temi religiosi mi porta a dubitare della buona fede di chi conduce queste battaglie. Probabilmente, però, anche l’allieva ha ragione: la reticenza nel parlare di temi religiosi anche quando si studiano testi di autori profondamente religiosi nasce forse in parte da una malintesa idea di laicità.
E c’è un altro aspetto da considerare, forse ancora più importante. Spesso il mondo classico è visto come portatore di valori più vicini a quelli di oggi: tolleranza, libertà di pensiero, libertà nelle scelte individuali, democrazia. Ma è poi davvero così? Siamo sicuri che l’Atene che ha mandato a morte Socrate per empietà o la Roma che ha distrutto il Tempio di Gerusalemme siano il migliore esempio di laicità che si possa proporre alle società di oggi? Senza contare che quel mondo classico tanto idealizzato non contemplava più di tanto valori come l’uguaglianza tra gli esseri umani o la sacralità della vita. Certo, spesso nel corso della storia (e anche oggi) le religioni monoteiste hanno fatto cose orribili, e noi ebrei ne siamo stati spesso le vittime al punto da rimpiangere talvolta i politeisti. Resta il fatto che paganesimo non è sinonimo di laicità; inoltre educare gli allievi a orientarsi mirabilmente tra Giove, Venere e Apollo mentre faticano a capire chi siano Rachele, David o Isaia non li rende affatto più attrezzati a vivere in una società multiculturale.

Anna Segre, insegnante

(17 marzo 2017)