Analisi scorretta – L’invasione
Giovedì scorso in un sobborgo di Istanbul Recep Tayyp Erdogan ha lanciato un appello ai suoi “fratelli in Europa… non fate tre figli, ma cinque figli, perché voi siete il futuro dell’Europa”. Le parole del Presidente turco appaiono come una strategia incruenta di invasione del Vecchio continente; oppure, servono solo ad infiammare gli animi dei turchi in patria e di quelli in Europa, che si sono sentiti offesi dal rifiuto di permettere ai ministri di Erdogan di fare propaganda a suo favore per il referendum che trasformerà la Turchia in Repubblica Presidenziale e lo stesso Erdogan in un Sultano Neo-ottomano.
Ma anche gli animi di alcuni europei sono stati infiammati dalle dichiarazioni del Presidente turco. In molti credono che ciò che dichiara Erdogan non siano solo parole in libertà, ma al contrario un vero programma politico degli islamici, per fare dell’Europa una terra musulmana. Del resto questa impresa è stata tentata dal tempo di Maometto almeno altre quattro volte. Per impedire la realizzazione di questo progetto islamico, secondo le Destre europee, bisogna fermare l’immigrazione e, se necessario, espellere i musulmani.
Una politica questa che non ci sentiamo di condividere, perché non crediamo nell’esistenza di un tale progetto, ma sopratutto perché nel programma delle destre, notiamo un passaggio fortemente contraddittorio, tale da far apparire la loro posizione strumentale.
Salvini e Le Pen, per esempio, dichiarano la loro vicinanza a Putin e a Trump, indicandoli entrambi come modelli anti-islamici e anti-immigrazione. Il problema, a nostro avviso, è proprio in questa vicinanza. Tanto il Presidente russo come quello americano non fanno mistero della loro avversione per l’Unione Europea e vedrebbero volentieri lo smantellamento della NATO. Per i russi e per il presidente USA, propenso all’isolazionismo e al protezionismo, un’Europa debole è funzionale ai loro propositi geopolitici.
Se esiste davvero un progetto di invasione islamica dell’Europa, non sarebbe più efficace contrastarlo con un continente unito, piuttosto che ciascuna nazione separatamente. Non dovrebbero essere i più preoccupati di questo pericoloso progetto, i maggiori sostenitori dell’unità europea.
Ci sorge allora il dubbio, che la questione dell’immigrazione islamica e l’avversione verso la UE e la moneta unica siano tutti elementi di un solo disegno politico nazionalista, poiché questi sono a giudizio dei candidati della destra da Wilders a Le Pen e fino alla tedesca Frauke Petry gli argomenti più efficaci per attirare il consenso degli scontenti. Europa e immigrazione sono indicati come l’origine della crisi economica, ma siamo certi che senza immigrati e senza Unione Europea l’economia dei nostri Paesi migliorerebbe?
Anselmo Calò
(20 marzo 2017)